Roma – In casa o in azienda, il momento è buono per passare alla telefonia via Internet, al VoIP. Gli ultimi mesi hanno portato offerte che permettono alle famiglie di liberarsi, senza traumi, dal canone di Telecom Italia. O alle aziende, piccole e medie, di risparmiare sulle telefonate e sul costo dei centralini. Il 2005 sarà quindi l’anno del VoIP, spinto dalla crescita della banda larga: quasi tutti gli operatori, piccoli o grandi, hanno lanciato le proprie offerte. Altri le lanceranno nei prossimi mesi: sono in arrivo infatti quelle di Tiscali e di Wind. Nell’arena ci sarà anche Telecom Italia, con un’offerta rivolta però alle sole aziende.
La novità di questi mesi è quindi che il VoIP sta assumendo i tratti di servizio di massa: fa capolino anche nei listini degli operatori tradizionali , quelli che finora hanno fatto soldi con le reti normali. Se anche loro si buttano nel VoIP, significa che la mossa non era più rimandabile. È segno di una migrazione che è in atto e che sarà inesorabile. Ma esploderà solo nei prossimi mesi; adesso si è ancora in una fase di passaggio: sono arrivate da poco le prime offerte che si presentano come alternative complete alla linea di Telecom (dotate quindi di numero telefonico e di adattatori dei telefoni). Il pubblico di massa ancora non c’è, sta arrivando; questa è ancora terra di pionieri e di avanguardie: tali sono, al momento, gli utenti residenziali e le aziende che scelgono di abbandonare Telecom a favore del VoIP.
Il VoIP sta ancora battendosi per affermarsi, come dimostra un fatto avvenuto lo scorso anno. “Telecom ha tentato di farlo morire nella culla”, spiega Luca Spada , amministratore delegato di Ngi ( Squillo.it ), uno dei primi provider a lanciare un’offerta VoIP consumer. Telecom aveva infatti annunciato che da quest’anno non avrebbe più permesso di avere l’ADSL a chi non avesse una linea voce. Intenzioni che sono restate tali, senza nulla di fatto , grazie all’alzata di scudi degli operatori alternativi: è quindi tuttora possibile avere l’ADSL (con o senza VoIP) anche se non si ha un contratto di linea voce.
Non tutto fila liscio
Non solo. Uno dei punti di forza delle nuove offerte VoIP è che permettono di fare un divorzio guidato e indolore da Telecom Italia : di conservare, dopo il distacco della linea voce, sia il vecchio numero sia un’eventuale ADSL attiva. Basta chiedere all’operatore VoIP la portabilità del numero, che poi sarà usato per fare e ricevere telefonate via ADSL.
“Solo in pochi l’hanno richiesta, circa l’1 per cento della nostra base clienti Squillo. Meglio così: è ancora piuttosto macchinosa”, dice Spada. “La verità è che la portabilità del numero di rete fissa è stata finora poco usata, quindi le best practice non sono ancora consolidate. Risultato? Dura un paio di giorni, contro i pochi minuti necessari per la portabilità di un numero di rete mobile”. Durante il blackout il numero risulta inesistente, “il che è poco piacevole, soprattutto per un’azienda. Chi chiama potrebbe fare brutti pensieri: è forse fallita, sono scappati via?”. Non sono insomma condizioni da servizio maturo, “infatti stiamo lavorando per ridurre i tempi del blackout a pochi minuti”.
Di contro, già da adesso la number portability è utile in vari modi : anche a chi vuole abbandonare Telecom senza perdere l’ADSL. Di norma, infatti, Telecom in automatico la disattiva a chi chiede il distacco, poiché nei propri tabulati l’associa sempre a un numero di telefono. Ma grazie alla portabilità l’ADSL è salva, purché non sia Alice di Telecom, che non può vivere separata dalla linea voce. La situazione in futuro potrebbe cambiare, ma nei dettagli più che nella sostanza: Telecom tornerà alla carica nei prossimi mesi e alla fine si arriverà a un compromesso con gli operatori, come afferma Paolo Nuti , presidente di AIIP , l’associazione dei provider italiani.
Forse chi non ha una linea voce dovrà pagare un canone maggiorato per l’ADSL, in futuro.
La diatriba dimostra da una parte che il VoIP attira grandi interessi e ostilità, ma anche che ancora non ha trovato un quadro sereno e pacificato dove evolversi. Ci sta riuscendo pian piano e il primo passo sono proprio le offerte arrivate in questo mese, figlie di un mercato prossimo alla maturità: mostrano numerose e varie facce del VoIP. Si differenziano tra loro in molti modi e non solo nelle due macro categorie, business e consumer. Alcuni operatori non applicano scatto alla risposta né costi fissi, altri puntano su basse tariffe al minuto? Altri ancora si distinguono grazie a servizi o a garanzie esclusive. La mappa è complessa, ma la bussola è proprio in queste pagine: affinché ogni utente possa trovare l’offerta più adatta alle proprie abitudini ed esigenze.
Per famiglie e privati
Sono molto varie, in particolare, le offerte disponibili per l’utenza residenziale. Da una parte ci sono quelle di nuovo tipo, che danno un numero di telefono, hardware apposito e servizi aggiuntivi (fax, segreteria?). Dall’altra, ci sono quelle minimaliste, che permettono solo di fare telefonate dal computer (tramite client da scaricare).
Queste ultime sono nate negli anni scorsi, ma di recente hanno conosciuto una nuova popolarità: è arrivata infatti anche l’offerta di Repubblica.it , che sfrutta le rete di Abbeynet e ha in effetti le stesse tariffe di Abbeyphone ; inoltre Skype , dei creatori di Kazaa, ha generato Skypeout, l’offerta per chiamare i numeri di rete fissa e mobile di tutto il mondo. È proprio Skypeout a distinguersi in questa categoria di offerte VoIP, su tutti i fronti: ha le migliori tariffe e anche, di recente, permette di chiamare con telefoni VoIP con filo o cordless, acquistabili dal sito di Skype (a 54,99 e 135 dollari rispettivamente).
Skypeout eccelle soprattutto quanto ai prezzi per chiamare all’estero: sono circa 20 volte inferiori rispetto a quelli di Telecom e di Wind e 10 volte inferiori rispetto a quelli di Tele2 e di Tiscali. Solo Vira, tra gli altri operatori VoIP, ha tariffe per chiamare all’estero non più care di quelle di Skypeout. Va detto però che sono pochi gli utenti interessati a questo tipo di telefonate; “a farle è il 3 per cento circa dei nostri clienti Squillo”, dice Spada. Non solo: “Gli utenti residenziali potrebbero trovare più economiche le tariffe internazionali di quelle schede prepagate che, in vendita nelle tabaccherie, funzionano tramite numero verde e con la normale rete telefonica”.
In che caso allora il VoIP fa risparmiare davvero? Non tanto sulle chiamate ai cellulari, perché “gli operatori mobili fanno cartello e impongono prezzi molto alti per l’interconnessione”. Quindi i veri punti di forza del VoIP, per i consumatori, sono due: risparmio sulle chiamate nazionali verso rete fissa e possibilità di eliminare il canone di Telecom Italia.
Il prezzo più basso al minuto per le chiamate urbane è di Wooow : è il solo operatore VoIP a farle pagare meno di Tele2.
Quanto alle chiamate interurbane, i prezzi migliori al minuto sono di Squillo, Wooow e Vira Base . Univoice , Vira SoloSecondi e Skypeout fanno risparmiare invece sulle chiamate nazionali di breve durata (meno di quattro minuti circa): a differenza di Tele2, non applicano lo scatto alla risposta e hanno tariffazione al secondo. Caso a parte, Parla.it : è la sola offerta VoIP consumer ad avere traffico nazionale flat (19,90 euro al mese). I dettagli delle tariffe, per un facile confronto, sono indicati più avanti.
Il secondo vantaggio del VoIP per i consumatori (la possibilità di eliminare il canone di Telecom) è poi prerogativa delle offerte evolute, di Ngi Squillo, Wooow, Unidata, Parla.it, Vira, che danno tra l’altro un numero di telefono con cui fare o ricevere telefonate . Può essere geografico o 17x, che a differenza del primo viene sempre offerto gratis dall’operatore ma ha qualche svantaggio: è poco attraente e chiamarlo costa un po’ di più rispetto a una telefonata interurbana. C’è poi un limite comune a tutti i numeri VoIP, geografici o no: non possono chiamare i numeri di emergenza, perché non permettono la localizzazione dell’utente.
Fa eccezione Parla.it, che propone un modem VoIP capace di connettere computer, telefono VoIP e linea telefonica tradizionale e di switchare dall’uno all’altro in modo trasparente. Sono anche altri gli aspetti comuni di queste offerte VoIP evolute: al numero telefonico (geografico e/o 17x) associano un servizio di segreteria telefonica e permettono l’accesso a un portale dove controllare il traffico fatto.
Come si attiva il VoIP
Inoltre danno agli abbonati (a tutti o a chi lo richiede pagando un extra) adattatori per rendere compatibile con il VoIP uno o più telefoni di casa. In certi casi, invece dell’adattatore è possibile avere un telefono VoIP. Uno o l’altro vanno collegati al router o alla scheda di rete del PC. Se sono connessi al router, il numero di telefono funziona anche con il computer spento o assente: basta avere una portante ADSL attiva.
Lavorando sull’impianto elettrico è possibile collegare anche più di due telefoni allo stesso adattatore (e portante ADSL): basta sdoppiare i fili e portarli nelle varie stanze, cosa che un qualunque elettricista può fare.
L’alternativa è comprare più adattatori o telefoni e collegarli allo stesso router tramite concentratore hub; alcuni operatori (quali Ngi e Vira) consentono di associarli allo stesso numero telefonico e quindi di farli squillare insieme. La linea attiva resta però una soltanto: quando si usa un telefono, gli altri sono muti, così come avviene con una rete Pstn.
Un vantaggio dei numeri VoIP è però che sono portabili , poiché sono associati all’adattatore o al telefono VoIP e non alla linea fisica. Basta metterli in tasca e collegarli a una portante ADSL di un’altra casa e si è subito raggiungibili anche da lì, allo stesso numero. Tutte queste offerte danno infine un vantaggio che si applica in condizioni particolari: le chiamate interne alla rete, tra numeri di telefono di uno stesso operatore, sono gratuite; gruppi di amici o di parenti lontani possono quindi telefonarsi gratis: basta che si organizzino con un passa parola e con abbonamenti in massa.
Quale protocollo VoIP?
Quasi tutte le attuali offerte VoIP usano il protocollo di compressione Sip, che è il più recente e il più adatto a gestire servizi evoluti, multimediali. Le offerte basate su centralino Ip sfruttano anche il protocollo Mgcp. L’H323 sta invece cadendo in disuso: è stato il primo a essere adottato dagli operatori VoIP nazionali. Fastweb, il primo a partire in Italia con la telefonia su IP, lo usa ancora: “lo troviamo più affidabile. Meglio del Sip si integra con l’Isdn e le centraline esistenti”, spiega Guido Roda , Director of Network Service Engineering di Fastweb. “Nel 2005 useremo anche l’Mgcp, con l’H323, in un servizio Ipcentrex con cui ci integreremo a centralini già presenti in azienda. Finora abbiamo offerto il VoIP solo con i nostri centralini”.
Sorpresa, l’H323 lo usa anche un’offerta appena arrivata, quella di Parla.it: un’eccezione assoluta in questo scenario. “Lo preferiamo al Sip: crediamo che sia più affidabile e robusto”, spiega il francese Eric Le Bihan , amministratore delegato di Parla.it.
Di seguito i dettagli delle offerte consumer e, nelle pagine successive, tutto sulle offerte VoIP per le imprese. SQUILLO
È stato NGI ad aprire il mercato del VoIP consumer evoluto in Italia: la sua offerta (Squillo) partita a settembre, a gennaio 2005 ha raggiunto i 4.000 utenti, come è stato comunicato a Punto Informatico.
Squillo è in due versioni base: Free (senza canoni né costi di attivazione) e Basic (20 euro di attivazione che includono 5 euro di traffico). In entrambi i casi è offerto un numero 17x gratuito; solo Basic permette di acquistare un numero geografico, a 5 euro al mese.
Entrambe permettono di chiamare tramite un software; in alternativa, c’è l’offerta Basic+: include un adattatore per i telefoni e costa 99,90 euro (compresi 20 euro di traffico). Oppure, è possibile abbonarsi a Basic e comprare da NGI un telefono VoIP o un adattatore diverso da quello incluso in Basic+ (il Phone Adapter PAP2 di Linksys).
Per gli utenti Basic e Basic+ sono disponibili, opzionali e a pagamento, alcuni servizi aggiuntivi: il fax su numero geografico dedicato (a 5 euro al mese), la number portability (40 euro una tantum), Slave (5 euro al mese, per usare più adattatori e quindi più telefoni con uno stesso numero). Il che “dà un vantaggio ulteriore: potremo avere lo stesso numero in ufficio, in casa e in villa, se li dotiamo di adattatori, collegati all’ADSL e associati con Slave”, ha detto Daniela Daviero , product manager di Ngi.
Le tariffe per le chiamate, nelle varie versioni di Squillo, sono le stesse; eccetto se si aderisce a Squillo Flat 1000: in 19,90 euro al mese include 1.000 chiamate nazionali, il canone del numero geografico e inoltre fa pagare 6 centesimi lo scatto alla risposta per le chiamate all’estero e i cellulari (uno sconto superiore al 50 per cento rispetto alla tariffa standard).
PARLA.IT
Piuttosto originale l’offerta di Parla.it, società di France Telecom. È arrivata a febbraio in Italia in partnership con Telvia, “che nell’occasione offre un’ADSL con una rete ottimizzata per Parla.it e tariffe esclusive per gli utenti VoIP: 30 euro al mese per una connessione a 1.280/256 Kbps”, spiega Massimiliano Lauricella , Business Development Manager di Telvia.
Parla.it è però utilizzabile anche con ADSL di altri operatori; ha un canone flat obbligatorio, di 19,89 euro mensili, che comprende illimitate chiamate nazionali su rete fissa. A metà prezzo, quindi, rispetto all’analoga flat di Telecom Italia.
Nel canone sono compresi anche un numero geografico (ma i prefissi disponibili sono solo quelli di Milano, Roma, Bologna o Napoli) e un modem Sagem ADSL/Gateway VoIP in comodato d’uso gratuito. Fa tutto quindi il modem, che è anche adattatore VoIP con un’uscita per un telefono analogico e un router con firewall integrato.
Per questa soluzione “due in uno”, Parla.it si distingue dagli altri provider VoIP (che usano invece telefoni VoIP o adattatori separati). Sembra che sia piuttosto comoda da usare: si collega il modem, si installa un CD e si è già pronti a telefonare. Infatti una soluzione simile sarà adottata anche dall’offerta VoIP di Tiscali, i cui dettagli sono ancora però top secret.
Il modem di Parla.it ha anche altri vantaggi: riesce a fare uno switch automatico verso la linea voce tradizionale (di Telecom Italia), se collegato a una ADSL su doppino normale (non del tipo “solo dati”, cablato in caso di Isdn o in assenza di linea Telecom). Il che dà due vantaggi: è possibile chiamare i numeri di emergenza (in automatico; quando digitati, il modem fa agganciare il telefono alla rete analogica e non a quella VoIP) e usare lo stesso apparecchio anche quando manca la luce o l’ADSL è in panne. In entrambi i casi però si usano il proprio numero e servizi telefonici di Telecom Italia, non quelli di Parla.it.
Ancora: Parla.it è la sola offerta di telefonia in Italia (VoIP e non) ad avere una flat sulle chiamate internazionali (29,89 euro per chiamare senza limiti numeri di rete fissa europei). Si differenzia dalle altre offerte VoIP consumer, inoltre, perché non usa il prepagato, ma solo il postpagato. Agli utenti è inviata, tramite e-mail, una bolletta mensile, con possibilità di fare un addebito diretto sul conto corrente, così come avviene con le offerte VoIP aziendali.
I servizi aggiuntivi, invece, sono in via di sviluppo e per ora non è disponibile il fax; ma c’è l’inoltro automatico e una segreteria intelligente: i messaggi vocali possono essere ascoltati anche tramite portale o da un qualsiasi telefono. Di contro, Parla.it è il solo operatore VoIP, tra quelli evoluti, a non permettere la number portability. “La ragione è che ci proponiamo perlopiù come servizio su linea aggiuntiva, per ora non è nostro interesse togliere numeri a Telecom Italia”, dice Le Bihan. VIRA
L’offerta di Vira è caratterizzata dalle tante opzioni tariffarie, con o senza scatto alla risposta. Nel primo caso, i prezzi per le chiamate nazionali sono più bassi di quelli di Squillo. “Stiamo inoltre per lanciare un’offerta semi flat, per chiamare numeri di rete fissa nazionali al solo prezzo dello scatto alla risposta”, dice Giovanni Prignano , fondatore di Vira.
È possibile chiamare con Vira anche senza pagare canoni (ma accontentandosi di un numero 17x). Costa invece 3,60 euro al mese, più 9 euro di attivazione, il pacchetto che comprende un numero geografico; “tutti i prefissi sono disponibili, eccetto quelli sardi e calabresi”. L’hardware VoIP può essere acquistato a parte; Vira dà però un adattatore in comodato d’uso gratuito a chi fa una ricarica minima di 50 euro e prende un numero geografico (sono le caratteristiche dell’offerta Vira Full). La number portability? “È possibile, in teoria, ma la sconsigliamo: l’abbiamo fatta a due clienti e abbiamo avuto brutte esperienze? C’è stato un blackout di circa una settimana”. Alcune soluzioni proposte da Vira possono andare bene più per piccole aziende e per professionisti: “per esempio, possiamo cablare fino a cinque adattatori associati allo stesso numero, al prezzo di 2 euro al mese. Diamo gratis il servizio follow me: la chiamata viene dirottata su un cellulare, se il numero VoIP squilla a vuoto. Altri servizi sono a progetto: sistemi per la gestione automatica dell’attesa, per esempio?”.
WOOOWVOX
L’offerta VoIP di Wooow ha un costo di attivazione di 89 euro IVA esclusa, che comprendono un adattatore con due porte per altrettanti telefoni. Si paga un canone solo se si vuole un numero geografico (oltre a quello 17x): 2,64 euro al mese. Le tariffe, riassunte in tabella con le altre, sono state ridotte a gennaio, a un mese dal lancio, e adesso sono un po’ più basse di quelle di Squillo (soprattutto le urbane), per chi sceglie la modalità prepagata. Wooowvox è, con Parla.it, una delle poche offerte VoIP consumer che permette di pagare con bolletta; le tariffe, in questo caso, sono però maggiorate, poiché i costi amministrativi sono inferiori, per l’operatore, se il traffico è fatturato in modalità prepagata. Uno dei punti di forza di Wooowvox è che dà la number portability gratis.
Inoltre, “fra circa tre mesi lanceremo una serie di iniziative con i nostri partner commerciali: con il credito telefonico il cliente potrà acquistare alcuni servizi semplicemente scalandoli dal proprio credito VoIP. Ci stiamo organizzando addirittura per eventi quali concerti, spettacoli e partite di calcio”, spiega Paolo Fusi, amministratore delegato di Active Network, il provider che, nel seno di Eutelia, di cui fa parte, ha lanciato Wooowvox.
UNIDATA
L’offerta Univoice, di Unidata, è venduta in due versioni molto diverse tra loro: consumer o business. In entrambe, il numero geografico è gratuito: è il punto di forza e l’aspetto distintivo di Univoice, rispetto alle altre offerte VoIP.
La formula commerciale scelta è di fare pagare un prezzo iniziale elevato, a tutti gli utenti, e tariffare poi il resto a consumo: 99 euro una tantum per avere, oltre al numero, un telefono VoIP; 149,99 euro per avere due linee voce autonome e un adattatore che abiliti fino a due telefoni analogici. Univoice è quindi l’offerta, tra quelle VoIP consumer, ad avere i costi iniziali più elevati. Le tariffe sono circa il doppio più alte, per un minuto di conversazione, rispetto a quelle dei concorrenti; ma non hanno lo scatto alla risposta. Le offerte VoIP per le aziende si differenziano da quelle consumer non tanto nelle tariffe quanto nei servizi aggiuntivi e nell’ hardware utilizzato. I provider forniscono infatti un centralino VoIP o si integrano con quello esistente tramite un gateway, in modo da dare più linee, permettere molteplici chiamate contemporanee (con lo stesso numero o con diverse terminazioni) e i tipici servizi da centralino aziendale (la messa in attesa, per esempio).
Si è già quindi in grado di dare, con il VoIP, tutti i servizi offerti dai sistemi analogici, “con il vantaggio del risparmio, a volte consistente, sia sulle chiamate sia sulla manutenzione e l’acquisto dell’hardware”, dice Stefano Quintarelli , socio fondatore di Inet e direttore della pianificazione strategica. È di Inet una delle principali offerte business VoIP in Italia. In prospettiva, il VoIP non farà solo risparmiare le aziende ma darà anche servizi di nuova generazione , possibili solo grazie al digitale: per esempio un programma che indica la presenza online dei colleghi (come un instant messaging integrato nel VoIP). O lo unified messaging , con il quale vari tipi di messaggi (dall’Sms all’e-mail, alla voice mail al fax) finiscono in un unico contenitore virtuale consultabile via telefono, Web, cellulare…
Alcuni di questi servizi di nuova generazione sono già nei listini degli operatori qui esaminati, ma non sono il loro cavallo di battaglia. La tendenza, al momento, è quindi che “gli operatori VoIP preferiscono non investire molto in servizi d’avanguardia; le aziende sono poco disposte a spendere in tecnologia, in questa congiuntura. Piuttosto, vogliono risparmiare. E noi esaltiamo questo vantaggio dato dal VoIP”, dice Quintarelli.
Lo conferma a Punto Informatico anche Pietro Rendina , responsabile marketing progetto VoIP di Albacom , che a gennaio ha lanciato la propria offerta. Eccezione in questo quadro è il servizio di mobile office di Elitel Futura, piuttosto innovativo “e usato dall’80 per cento dei nostri utenti, che a gennaio sono arrivati a quota 4.500”, dice Marco Veneziano , direttore marketing di Elitel . Elitel Futura è stata la prima offerta VoIP aziendale a essere lanciata in Italia, in estate. Anche l’esperienza di Elitel insegna però che “i nostri utenti non hanno cambiato di molto le loro abitudini di chiamata”; tutti indizi che vanno nella stessa direzione: in questa fase, alle aziende, più che avere nuovi servizi interessa risparmiare .
Per farlo al meglio, le aziende dovrebbero usare centralini IP invece di quelli tradizionali. “Ma alcune non vogliono o non possono sostituirli. Magari sono molto sofisticati; allora ci limitiamo a integrarci con i nostri servizi”, spiega Quintarelli. Allo stesso modo si regolano anche gli altri operatori VoIP. Si è quindi in una fase di passaggio, in cui la telefonia su IP avanza strisciante, conquistando un’azienda dopo l’altra, ma con lentezza. Lo conferma una ricerca di Forrester Research , di dicembre: come dice l’autore, Lars Godell, “bisognerà aspettare almeno il 2008 perché la maggior parte delle aziende dell’Europa occidentale arrivi a basare sull’IP il proprio traffico voce”.
È quindi un mercato che gli operatori cercano di svecchiare con prudenza. Secondo quanto accertato da Punto Informatico, consigliano alle aziende di eliminare tutte le linee voce analogiche eccetto una: “Ne hanno bisogno per back up, ma anche per alcuni servizi che funzionano meglio in analogico: il fax o il corporate banking – alcune banche preferiscono un collegamento punto punto via linea modem dedicata, più sicuro che via ADSL. Anche il Pos: sarebbe possibile via ADSL, ma non lo offriamo: i negozi preferiscono farlo tramite la linea voce conservata”, spiega Veneziano. Resiste quindi, per ragioni sia tecnologiche sia culturali, la linea analogica e gli operatori si adeguano: “Non vogliamo bruciare i tempi”.
Ma ecco le offerte per le aziende. ALBACOM
Da gennaio anche Albacom è della partita, con l’offerta VIP (eVerything over IP). È la sola a richiedere un bundle: va acquistata insieme all’ADSL di Albacom, “solo così possiamo garantire qualità: dall’inizio fino alla terminazione, la voce non viaggia con gli altri dati, ma su circuiti a parte”, spiega Pietro Rendina , responsabile marketing del progetto VoIP in Albacom.
È un’offerta divisa per profili: Silver e Gold hanno traffico prepagato pari a 90 minuti di chiamate urbane e 60 minuti di nazionali, contro 120 e 90 minuti rispettivamente. Il canone di Silver è di 10 euro per linea (Iva esclusa), se l’utente è in unbundling (quello di Albacom copre il 10 per cento delle aziende italiane); negli altri casi, ossia se la linea è di Telecom, bisogna pagare il suo canone standard (18,3 euro) per un accesso sul quale Albacom veicola tutte le linee richieste dall’utente (fino a un massimo di 15, al prezzo mensile di 5 euro ciascuna). I canoni delle linee sono di 12,5, e 7,5 con il profilo Gold. Platinum è tutto a consumo e si rivolge ad aziende che richiedono almeno 10 linee; al contrario, National è un piano flat: 45 e 40 euro mensili per linea (Iva esclusa), rispettivamente con accesso unbundling e non, includono illimitate chiamate nazionali su rete fissa. Le linee, come è ovvio, sono gestite tramite centralino IP installato da Albacom.
ACONET
Si chiama Onvoice , il servizio business VoIP di Aconet, contraddistinto dai limitati costi fissi, da tariffe al secondo e senza scatto alla risposta. Si può avere un numero geografico 02 o 06 gratis; si pagano 0,70 cent al mese, invece, se si chiede la portabilità del proprio numero Telecom. Telefoni o adattatori vanno acquistati però a parte, da Aconet, al prezzo di circa 80 euro l’uno; così il centralino, che può essere in alternativa noleggiato.
“Costa 1.900 euro un centralino IP base, per 20 utenze, che comunque ha servizi di voice e-mail e un risponditore automatico fisso, che indirizza la chiamata all’interno corrispondente al tono digitato sulla tastiera del telefono- all’assistenza tecnica, al reparto commerciale, all’amministrazione, per esempio”, spiega Alessandro Di Caterino , Cto di Aconet.
Costa 140 euro al mese il noleggio di siffatto centralino, che includono però anche servizi accessibili dal portale: “l’inoltro di chiamata, la profilazione dei vari utenti; per esempio, l’amministratore può stabilire che da un interno si possano solo ricevere chiamate, non farle. O disabilitare quelle ai cellulari…”. Nessun canone per inviare il fax: si paga a consumo, come una telefonata. Si invia un’e-mail, manualmente o tramite un driver di una stampante virtuale fornito da Aconet, a gateway che convertono il file in fax e lo spediscono al destinatario. Per ricevere fax, su e-mail, a un numero geografico si pagano invece 10 euro al mese.
INET
L’offerta Inet, del cui gruppo fa parte Ngi, ha le tariffe di Squillo; rivolgendosi alle aziende, però, include una serie di servizi business. Inet fornisce un centralino IP o si integra con quello già presente. È un’offerta tutta a progetto, non c’è un listino standard, e la rosa di servizi è piuttosto ampia: “Ne abbiamo molti dedicati alla sicurezza VoIP, un aspetto che è ancora trascurato dalle aziende”, dice Quintarelli. “Abbiamo inoltre molti servizi per ottimizzare la qualità della voce: diamo priorità ai pacchetti VoIP, gestiamo la latenza; inoltre con il sistema del call admission control riusciamo a evitare che ci siano troppe chiamate contemporanee: se il sistema rischia di saturarsi, facciamo trovare la linea occupata ad alcuni utenti e impediamo loro di telefonare. È lo stesso sistema usato dagli operatori tradizionali su reti Pstn. Il problema è che la qualità di ciascuna chiamata diventa scadente se finisce la banda disponibile in comune”.
I costi sono molto variabili a seconda della grandezza e delle esigenze dell’azienda. Qualche esempio: un’azienda di 50 dipendenti spenderebbe circa 17.000 Euro (spesa a mese per utente di circa 28 Euro), per i servizi base e il centralino. Circa 39.000 euro, invece, per un’azienda di 200 dipendenti (16 Euro per dipendente). A questi vanno aggiunti i costi per collegare le varie sedi dell’azienda alla Web farm di Inet. ELITEL
L’offerta di Elitel è rivolta ad aziende medio-grandi, Ipcentrex , che è a progetto; per le Pmi e i professionisti ha invece Elitel Futura Light e, con in bundle l’ADSL, Elitel Futura Pro. Solo Ipcentrex include un centralino IP o la possibilità di integrare i servizi VoIP, tramite media gateway, con uno tradizionale già presente.
Il pacchetto base di Elitel Futura (light e pro), invece, comprende una sola linea e un adattatore cui collegare fino a due telefoni analogici. Costa 19,96 euro al mese (Iva esclusa), per avere 500 minuti di chiamate nazionali inclusi nel canone; 29,95 euro al mese per averne illimitate. La Pmi vuole più linee? Elitel Futura è anche in versione Pro Double (2 linee, fino a 5 interni attivabili) e Pro Maxi (3 linee, fino a 9 interni). I canoni vanno da 129,95 a 178,80 euro e da 236,55 a 281,40 euro al mese, rispettivamente (a seconda del numero degli interni). Comprendono anche una connessione ADSL a 1,2/0,512 megabit con 64 (Pro Double) o con 96 (Pro Maxi) Kbps di Mcr (Minimum cell rate, banda minima garantita), oltre a chiamate nazionali su rete fissa illimitate. Questa flat è anche in Ipcentrex, che costa 18,95 euro al mese (Iva esclusa) a utente, più 5,95 euro al mese per ogni telefono VoIP in comodato d’uso.
Il numero di utenti attivabili e di linee disponibili aumenta a seconda del tipo e del costo della connessione acquistata in bundle. L’offerta base, ADSL a 1,2/0,512 megabit con 64 Kbps di Mcr, costa 95,30 euro al mese e permette di avere una linea e di attivare da tre a cinque utenti; all’opposto, con 490 euro al mese per un’ADSL 2.048/512 Kbp e 256 Kbps di Mcr si hanno sei linee e si possono attivare da 16 a 20 utenti.
“Su tutte le offerte in cui la connessione ADSL usata è di Elitel possiamo garantire la qualità del servizio. La voce viaggia a pacchetti su un circuito virtuale dedicato, che compriamo all’ingrosso da Telecom, separato da quello per Internet”, dice Veneziano. Aspetto distintivo dell’offerta di Elitel è l’ufficio mobile virtuale: è un sistema di inoltri di chiamata configurabili via portale. Si può decidere, tra le tante opzioni disponibili, per esempio di girare in automatico la telefonata (destinata al numero VoIP di Elitel), a seconda dell’identità del chiamante, a un cellulare, alla segreteria o a un altro numero di rete fissa.
UNIDATA
L’offerta aziendale di Unidata è piuttosto semplice: le tariffe sono le stesse di quelle consumer. In più, bisogna acquistare i servizi Univoip Business, i cui costi una tantum vanno da 30 euro (per una postazione) a 250 euro (fino a 30 postazioni). Se c’è un centralino tradizionale cui Unidata deve integrarsi, l’azienda dovrà installare anche un VoIP Gateway. È una spesa che varia da 100 euro di installazione e 10 euro di canone per il comodato d’uso (1 utenza) a 300 e 255 euro rispettivamente (fino a 30 utenze). Se non c’è un centralino tradizionale, Unidata fornirà invece telefoni VoIP, a 7,50 euro l’uno; 15 euro, per i modelli con supporto Wi-Fi. Prezzi Iva esclusa.
Speciale a cura di Alessandro Longo