San Francisco (USA) – Una decina di anni fa le licenze open source si contavano sulle dita di una sola mano: oggi sono più di cinquanta, e in costante crescita. La proliferazione delle licenze aperte viene ormai visto dalla comunità open source come un problema piuttosto serio, capace di confondere gli utenti e ostacolare la condivisione e il riutilizzo del codice.
Una soluzione è stata in questi giorni proposta da Russ Nelson, colui che alla fine di gennaio ha ereditato la carica di presidente dell’Open Source Initiative ( OSI ) da Eric Raymond. La proposta è quella di aggiungere alle 10 regole contenute nella Open Source Definition , le stesse che stabiliscono i requisiti che una licenza deve avere per essere considerata open source, tre nuovi punti:
– una licenza open source non può duplicare le licenze già esistenti;
– una licenza dev’essere scritta in modo chiaro, semplice e comprensibile;
– una licenza dev’essere riutilizzabile semplicemente sostituendo i nomi di specifici individui, progetti o organizzazioni contenuti in un apposito allegato.
Nelson ammette che questa piccola integrazione alla definizione di licenza open source non è una panacea, tuttavia la ritiene già sufficiente per contrastare la tendenza, da parte delle aziende, a creare licenze open source che spesso differiscono da quelle già in circolazione solo per alcuni piccoli particolari.
Il capo dell’OSI afferma che le incompatibilità fra licenze, che spesso rendono impossibile mescolare il codice di due o più progetti open source, nascono spesso da banali errori di trascrizione o da clausole inserite senza troppo criterio. Razionalizzare il processo di certificazione delle licenze open source, secondo Nelson, potrebbe eliminare molti equivoci e incentivare le aziende ad uniformarsi ai modelli di licenza già certificati e diffusi sul mercato.
La proposta di Nelson ha già ottenuto la benedizione di Bruce Perens, co-fondatore dell’OSI e principale autore dell’attuale Open Source Definition.
Altri membri della comunità open source si sono invece mostrati scettici o del tutto contrari a tale soluzione, nella maggioranza dei casi perché ritengono che le regole ideate da Nelson non possano far parte dei principi fondamentali alla base dell’Open Source. Paletti di questo tipo, secondo alcuni, creano un pericoloso precedente e rischiano, in futuro, di avallare modifiche capaci di corrompere il concetto stesso di Open Source.