Un brevetto caccia la Play dagli USA

Un brevetto caccia la Play dagli USA

La bruciante sconfitta in tribunale contro Immersion ora costa a Sony e ai fan americani della Playstation un prezzo altissimo. Il gigante nipponico si vede tagliare il suo prodotto di punta
La bruciante sconfitta in tribunale contro Immersion ora costa a Sony e ai fan americani della Playstation un prezzo altissimo. Il gigante nipponico si vede tagliare il suo prodotto di punta

Washington (USA) – C’è un’aria funerea nel quartier generale della divisione americana di Sony, società che ha dovuto subire una delle più clamorose sentenze fin qui emesse in materia di brevetti . Una sentenza che le rende impossibile continuare con tranquillità nella diffusione della sua Playstation sul mercato più ricco del Pianeta , quello americano.

Secondo un tribunale distrettuale californiano, Sony ha integrato nella sua console videoludica le tecnologie di Immersion , in particolare quelle che associano eventi durante il gioco alle vibrazioni nelle joystick, una funzionalità diffusissima adottata anche dalla Xbox di Microsoft . A differenza di Sony, però, quest’ultima ha infine raggiunto un accordo proprio con Immersion per l’uso di quelle tecnologie. In particolare – ha comunicato la Sony Computer Entertainment – il blocco riguarda la Playstation, 1 e 2, due tipologie di joystick nonché 47 diversi videogiochi.

La violazione di brevetto costerà nell’immediato a Sony 90 milioni di dollari sebbene l’azienda abbia annunciato subito l’appello contro la sentenza: finché questo non sarà concluso le sarà possibile continuare la commercializzazione della Playstation. Ma, per il mondo del commercio, il clima attorno alla Playstation, uno di quei prodotti in grado di scatenare acquisti di massa, rischia di cambiare a tutto favore delle alternative alla console Sony, a cominciare proprio da Xbox. Basti pensare che soltanto una settimana fa è partita la distribuzione sul mercato USA della PSP (vedi foto), la versione “portable” della Playstation.

La PSP Quanto accaduto sembra avere persino indignato Sony. “Questa ordinanza – tuonano ora i suoi avvocati – è deprecabile. Iniziamo subito le procedure per l’appello, dove dimostreremo che non abbiamo violato alcun brevetto”.

Ma è un’ordinanza pesante, che arriva in un momento assai complesso per Sony che sta ristrutturando tutte le proprie attività tentando di tornare a margini e profitto a cui i suoi azionisti per lungo tempo sono stati abituati. Questa una delle ragioni, peraltro, della recente nomina di un inglese alla guida del gruppo nipponico.

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Pubblicato il
29 mar 2005
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