Roma – Le prime voci circolavano giovedì sera quando in redazione sono iniziate ad arrivare segnalazioni di utenti secondo i quali la Guardia di Finanza era impegnata in una nuova operazione contro la circolazione illegale su Internet di contenuti protetti dal diritto d’autore. Le conferme sono arrivate nelle ore successive, quando è stato annunciato un nuovo blitz diretto a colpire gli utenti dei sistemi peer-to-peer.
In un momento nel quale sono molti gli utenti che accusano alcuni importanti provider di “chiudere” il rubinetto della banda in upload per ridurre la condivisione di file sulle reti del file sharing, l’azione delle Fiamme Gialle sta evidentemente sollevando molta polvere, arrivando poi a pochi giorni da un’altra operazione , questa volta di caratura internazionale, che ha preso di mira decine di utenti italiani del P2P.
A quanto pare, in questa occasione i cybercop italiani hanno dato seguito alle operazioni con cui negli ultimi mesi hanno tenuto d’occhio le principali reti di sharing. Con un collaudato meccanismo di controllo, è stata verificata sui computer di decine di utenti l’esistenza di file sospetti, indicati da un nome o da un codice hash. Alcuni degli utenti che ponevano in condivisione grandi quantità di materiali, in particolare software, film e musica, sono quindi stati identificati dal loro IP.
Tutto questo ha dato vita a perquisizioni che si sono svolte in 12 diverse regioni italiane. Giunti nelle abitazioni degli utenti, le Fiamme Gialle hanno effettivamente verificato in molti casi l?esistenza di ingenti quantità di file posti nelle cartelline di condivisione e condivisi via peer-to-peer senza autorizzazione. Inoltre sono stati trovati materiali pirata della natura più diversa. A questi utenti, si parla di circa 40 persone , sarà contestato un illecito e si troveranno con ogni probabilità a dover pagare una sanzione amministrativa .
In qualche caso sui PC degli interessati è stato anche trovato materiale pedopornografico , cosa che configura un grave reato e che ha prodotto alcune denunce penali, una delle quali a carico di un pediatra romano.
Tra gli identificati, ha spiegato il Comando provinciale della Guardia di Finanza di Milano, ci sono anche alcuni stranieri, per i quali sono partite le segnalazioni di rito ad Europol e Interpol.
Notizie non confermate sostengono che tra gli utenti al centro dell’indagine vi sarebbero anche alcuni italiani che avevano invece utilizzato delle vulnerabilità sulle reti di un fornitore di hosting per pubblicare una serie di materiali senza autorizzazione, film e software in particolare, mettendoli così a disposizione di chiunque conoscesse l’indirizzo internet esatto dover scaricarli. Le azioni di cracking necessarie alla pubblicazione dei file su server evidentemente non protetti a sufficienza, avrebbero interessato anche una importante università italiana. Come detto, però, questa situazione non è per ora stata confermata dagli inquirenti.
Questa operazione, con la quale le forze dell’ordine italiane sembrano voler dare un chiaro segnale agli utenti italiani della rete, è stata naturalmente accolta con soddisfazione dall’industria musicale italiana. In particolare la FIMI ha espresso le proprie congratulazioni ai cybercop italiani.