Google sveglia le biblioteche d'Europa

Google sveglia le biblioteche d'Europa

La colossale iniziativa del motore di ricerca fa ripartire istituzioni tanto celebri e importanti quanto troppo spesso incapaci di cogliere le opportunità delle nuove tecnologie. Parte un'alleanza europea
La colossale iniziativa del motore di ricerca fa ripartire istituzioni tanto celebri e importanti quanto troppo spesso incapaci di cogliere le opportunità delle nuove tecnologie. Parte un'alleanza europea


Roma – Ci voleva Google e il suo notevolissimo progetto di digitalizzare e mettere a disposizione in rete decine di milioni di volumi perché le più prestigiose biblioteche d’Europa varassero un’iniziativa comune dal profilo del tutto simile ma condita dalla necessità di “resistere” all’invasione della cultura anglofona .

Accade così che le biblioteche nazionali di 19 paesi d’Europa hanno deciso di sottoscrivere un manifesto che dà vita ad una importante iniziativa: la digitalizzazione e messa a disposizione, con i nuovi strumenti tecnologici ed Internet, di molte delle opere che contribuiscono a costituire la cultura europea continentale.

Sebbene a firmare il manifesto siano le biblioteche centrali di Italia, Slovenia, Spagna, Grecia, Germania, Irlanda, Austria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia, Belgio, Danimarca, Olanda, Svezia, Lituania, Estonia, Lussemburgo, non deve stupire che a guidare l’iniziativa sia la Bibliothèque nationale de France , la Bnf, da tempo in prima linea non per contrastare Google, come più volte si sono sforzati di dichiarare i propri dirigenti, ma per offrire un’alternativa al mondo. Il progetto annunciato dagli istituti va considerato peraltro un figlio legittimo delle recenti esternazioni filoeuropeiste del presidente francese Chirac.

La competizione culturale e tecnologica tra le due sponde dell’Atlantico proprio in queste settimane ha anche spinto Germania e Francia a lanciare il progetto Quaero , un insieme di iniziativa nel mondo della tecnologia dell’informazione e della salute che intende coinvolgere aziende specializzate, consorzi di imprese, enti pubblici e centri di ricerca in uno “sforzo collettivo” capace di dare all’Europa un maggior peso nell’innovazione. E hanno già aderito nomi del calibro di Deutsche Telekom, France Telecom, Thomson, INA, CNRS, Eurecom, nonché istituzioni di ricerca e accademiche francesi e tedesche.

Curioso in questo contesto che tra i molti progetti, oltre a quelli pensati per proteggere il diritto d’autore nell’era digitale , vi sia anche una iniziativa per sviluppare un motore di ricerca che sappia ricercare testi, immagini e suoni.

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Pubblicato il
29 apr 2005
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