Roma – Eurostat sostiene, nel suo ultimo studio, che il 31 per cento degli italiani usa Internet , così come lituani, lettoni e polacchi, e quindi ben al di sotto rispetto alla media europea (che è del 47%) e quasi la metà rispetto ai paesi UE più sviluppati. Eppure questi dati non scoraggiano gli esperti che ieri hanno presentato per conto di Federcomin e Federazione ANIE il nuovo rapporto e-family 2005 , secondo cui le cose nel Bel Paese non vanno poi così male.
Nel 2004, secondo l’osservatorio e-family, non si è ripetuta la crescita a due cifre del 2003 per PC e Internet: il “cellulare personale” (quello non aziendale, per intenderci) e i PC sono cresciuti del 5% circa, mentre l’accesso ad Internet è cresciuto del 3,7% .
La “ricezione satellitare”, la chiamano proprio così, è salita del 16% mentre è cresciuta dell’8,5% la pay-tv che, secondo gli esperti, “risente ancora della fase di passaggio alla gestione tecnologica e commerciale della piattaforma”. Incrementi vicini al 50% sono stati evidenziati negli acquisti di fotocamere e lettori DVD.
Migliori i segnali, secondo il rapporto, per quanto riguarda la banda larga , dove sono raddoppiati i collegamenti delle famiglie (a giugno 2004 erano quasi 2 milioni): nelle famiglie italiane la diffusione di banda larga a febbraio 2005 ha raggiunto il 10% del totale, con una distribuzione abbastanza omogenea nel territorio (Sud e Isole sono al 7,5%).
Rimane ancora piuttosto inquietante la situazione del digital divide italiano : quasi metà delle famiglie italiane (il 48%) non ha un PC in casa e un terzo circa delle famiglie che possiedono un PC non dispongono ancora di un collegamento Internet in casa. Le casalinghe (40% della popolazione femminile adulta) e le persone con oltre 60 anni (oltre il 20% della popolazione totale) fanno un uso minimo di tecnologie digitali. Sul cosiddetto divide territoriale lo studio conferma le tendenze degli anni passati: il ritardo si registra soprattutto nelle più grandi città del Mezzogiorno. Ed è anche da segnalare che oggi in Italia la probabilità che un laureato usi un PC è cinque volte superiore alla probabilità che lo usi una persona con licenza elementare. Il rapporto diventa 10 ad uno per l’uso di Internet con collegamento dial-up e di 15 ad uno per la banda larga.
Decisamente negativo invece il quadro della internet a scuola : solo il 18% degli studenti italiani infatti usa la rete a scuola e il 39% non usa nemmeno il PC, né a casa né a scuola. Il 70% poi non accede ad internet. “Il ruolo della scuola – spiega Federcomin – rimane poco influente, anche con riguardo alle modalità di apprendimento, nelle quali un ruolo suppletivo e decisivo è svolto dal network personale e familiare”.
Altri dati raccolti da Federcomin e ANIE riguardano la crescita della spesa tecnologica delle famiglie : tra il 1995 e il 2004, infatti, questa è salita mediamente del 22 per cento all’anno “diventando – spiegano gli esperti – una componente strutturale importante della spesa complessiva della famiglia italiana; la crescita della spesa è stata elevata per tutte le piattaforme, ma si è rivelata particolarmente marcata per la telefonia mobile”.