Dallas (USA) – Utilizzando laser e chip speciali prodotti da Texas Instruments , il dott. Harold Garner ha realizzato uno “scatolone” che racchiude una incredibile promessa per il futuro: “Entro il 2020″ – ha fatto dire al suo assistente Huebschman – la TV olografica arriverà nelle nostre case”. Immersa nella calura dei secchi venti texani, un’equipe di ricerca biomedica del Southwestern Medical Center ha appena compiuto il primo passo verso la realizzazione di un proiettore olografico .
Questo fantascientifico prototipo si basa su un complesso sistema di specchi ed utilizza come medium uno speciale polisaccaride derivato dall’agar, una gelatina vegetale utilizzata negli esperimenti di elettroforesi .
L’elemento più importante nella creazione dell’ologramma è comunque uno speciale microchip costituito da più di 800mila specchi della dimensione di pochi micron.
Ma gli scienziati avvertono: “Niente entusiasmi facili”. Finora il sistema è solamente capace di dare profondità “reale” a piccole immagini 3D digitali. Negli anni a venire, l’ olovisione potrà essere utilizzata nei settori della pubblicità, dell’intrattenimento videoludico e soprattutto nei sistemi per la comunicazione di massa.
Fino a quel giorno, gli impieghi di questa tecnologia già brevettata saranno limitati al settore medico : modelli di organi ed ossa potranno essere riprodotti fedelmente per essere studiati ed osservati con attenzione.
Tommaso Lombardi