Oslo (Norvegia) – “I formati proprietari non saranno più accettabili nella comunicazione tra i cittadini e il governo”. È questa l’affermazione perentoria con cui lo scorso lunedì il Ministro per la Modernizzazione norvegese, Morten Andreas Meyer, ha fatto ben comprendere quale sia la politica alla base del suo nuovo piano per l’ammodernamento della pubblica amministrazione.
Sebbene Meyer non abbia fatto il nome di Microsoft, il ministro ha puntato il dito sul “foglio di calcolo che quasi tutti usano” ed ha promesso che “questa sarà l’ultima volta che utilizzerò Windows Media per il broadcast su Internet di una conferenza”. Dichiarazioni, queste, che rappresentano un chiaro e minaccioso avvertimento per il big di Redmond.
Il ministro norvegese ha già coinvolto varie istituzioni governative nella stesura di linee guida per l’utilizzo di tecnologie aperte, e sta facendo pressioni affinché, entro la fine del 2006, tutti i settori pubblici avviino piani per la migrazione verso il software open source.
Il piano appena presentato da Meyer, chiamato eNorge 2009 , favorisce le soluzioni basate su codice e standard aperti, come Linux e OpenOffice, ma potrebbe aprire importanti spiragli anche per Apple , che negli ultimi anni ha abbracciato con sempre più convinzione le tecnologie open source.
Alcuni analisti sostengono che se Microsoft non saprà adeguarsi alle nuove politiche varate dal Governo norvegese potrebbe essere estromessa da importanti settori del mercato locale, perdendo altresì una non trascurabile fetta di utenti aziendali e privati: questi, infatti, nei prossimi anni potranno interagire con gli enti pubblici utilizzando ambienti completamente basati su codice open source e standard aperti.