La più grande impresa collettiva online

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Wikipedia non è soltanto una enciclopedia multilingue in continuo sviluppo, è anche una riscossa per il senso più profondo della rete. Lo dice a Punto Informatico l'uomo che l'ha inventata: Jimmy Wales
Wikipedia non è soltanto una enciclopedia multilingue in continuo sviluppo, è anche una riscossa per il senso più profondo della rete. Lo dice a Punto Informatico l'uomo che l'ha inventata: Jimmy Wales


Roma – Ha avuto un lampo di genio quando ha ideato uno dei prodotti più sbalorditivi che la Rete abbia visto finora: Wikipedia è l’opera collettiva più vasta, una enciclopedia dinamica in continuo ampliamento grazie ai contributi volontari di molti, anzi di moltissimi, e anche per questo molto più di una semplice enciclopedia. Jimmy Wales , per tutti “Jimbo”, 39 anni, ha cambiato la sua vita e quella di migliaia di navigatori a marzo del 2000. Oggi risponde alle domande di Punto Informatico mentre è in aeroporto in attesa di un volo che lo porterà verso l’ennesima conferenza.

Punto Informatico: La comunità dei wikipediani è molto vasta (13mila collaboratori che parlano 161 lingue), da poco è stato superato il milionesimo articolo e già si viaggia verso il milione e mezzo. In Italia abbiamo superato le 50.500 voci eppure i server di Wikipedia, si dice, sono relativamente ridotti , alcune leggende li collocano in un angolo della stanza che ospita i server di Bomis.com a Tampa in Florida. Basta davvero così poco per gestire una mole così incredibile di sapere?
Jimmy Wales: In realtà i server non sono più collocati in un “angolo di una stanza della Bomis.com” ma in una struttura della PowerMedium un provider che fornisce servizi e soluzioni per il web.

PI: Quanti sono allora i server Wikipedia nel mondo?
JW: Attualmente esistono più di 70 server in Florida, 6 a Parigi, 10-12 ad Amsterdam e 26 sono stati commissionati per potenziare il nostro sistema in Sud Corea. Non c’è nulla dunque di “piccolo o economico” -e non potrebbe essere diversamente- per gestire un sistema che consente di poter vedere circa 1.4 miliardi di pagine al mese.

PI: Nelle vostre pagine si legge che i server sono gestiti da una sola persona part time e a carattere volontario…
JW: Certo, una sola persona pagata per svolgere un lavoro part time e gestire l’hardware in Florida. È normale, visto che ora c’è così tanto da fare ed io lavoro troppo per poter fare tutto da solo.

PI: Possibile?
JW: Sì, è possibile e rispecchia esattamente le logiche che animano Wikipedia: persone che per passione si muovono per raggiungere gli ideali col fine di realizzare un progetto impiegando liberamente il loro tempo per contribuire fattivamente. E queste vi assicuro sono persone fantastiche.

PI:…tutto basato sulla volontarietà e gratuità: sembra un meccanismo così fragile…
JW: Non sono d’accordo sul fatto che sia un meccanismo fragile. Credo, invece, che tutto quanto sia una stupefacente innovazione di Wikipedia: la crescita di una comunità di persone piene di passione che stanno facendo qualcosa di davvero importante e ce la mettono tutta perché questo prosegua. Perciò si sono organizzati e dovranno continuarlo a fare da soli.
Questo, forse, può suonare “fragile” per qualcuno. Per me, invece, sono fragili quei modelli organizzativi e produttivi che non si basano sulla passione.

PI: Come procede la raccolta delle contribuzioni volontarie per la Fondazione nel 2005?
JW: Circa 100mila euro per i primi quattro mesi e stimo si possa arrivare a 500 mila per il 2005.


PI: Come vengono investiti precisamente questi soldi?
JW: La maggior parte delle donazioni viene investita in hardware. Una parte serve per coprire le spese dei miei viaggi, benché la maggior parte dei miei spostamenti siano pagati da quelle persone che mi invitano per tenere conferenze.

PI: Chi riceve uno stipendio? L’intero apparato Wikipedia quanto costa?
JW: Come dicevo abbiamo un solo impiegato: il nostro developer capo. In più un collaboratore-assistente part time all’hardware. Io non percepisco un salario. Vivo dei guadagni dei miei affari passati.

PI: Quali sono, se ci sono, le falle più grosse di Wikipedia? I suoi punti deboli?
JW: È vero che man mano che la comunità andrà ingrandendosi sarà maggiormente necessario qualche impiegato stipendiato in più. Ad un dipendente puoi far fare cose che ad un volontario non puoi nemmeno chiedere. Dovremo quindi essere in grado di organizzarci da soli e mutare l’assetto della comunità a seconda delle esigenze.
Dunque, in futuro vedo più dipendenti ma questo è garanzia di affidabilità e disponibilità. Non ne abbiamo ancora davvero bisogno al momento, ma la necessità diverrà più stringente quando cresceremo.

PI: Il tentativo del Los Angeles Times di creare una pagina wiki degli editoriali, naufragato per l’attacco di wiki-vandali, riporta l’attenzione sugli atti di sabotaggio di cui spesso è vittima anche Wikipedia. Il trolling è il prezzo da pagare per la democrazia e la libertà?
JW: L’esperimento del Los Angeles Times è naufragato perché hanno fatto alcuni madornali errori sin dall’inizio. Hanno mascherato tutti i link sul sito che permetteva alla comunità di modificare ed amministrare le pagine. Questa per me è una idiozia bella e buona.

PI: In pratica hanno tentato di gestire dall’alto la comunità?
JW: Avrebbero potuto chiedere consigli ai wikipediani, se questo non li avesse infastiditi, prima di tuffarsi a capofitto in esperimento in maniera così arrogante. Sono stato uno dei pochi wikipediani che ha tentato di aiutarli ma senza accesso agli strumenti degli amministratori e a causa del bloccaggio degli Ip non abbiamo potuto essere di grande aiuto.
Credo allora che l’esperimento del Los Angeles Times dimostri che il trolling è il prezzo da pagare per aver ignorato la vera democrazia e la vera libertà. Non hanno scelto, per esempio, licenze free o open source, non hanno permesso che gli utenti potessero di fatto amministrare il sito, non hanno in sostanza permesso che la comunità potesse monitorarsi da sola. Ecco spiegato il naufragio.

PI: Cosa vuole dire ai troll che quotidianamente disfano il lavoro dei wiki-volontari?
JW: Cosa posso dire? Non credo siano così importanti da poter sprecare fiato per loro.


PI: Ma in una struttura condivisa come Wikipedia, Jimmy Wales che responsabilità ha? Sono condivise o si trova a dover prendere decisioni da solo?
JW: Io sono come quei monarchi costituzionali sullo stile della Gran Bretagna o della Spagna. Ho alcuni poteri che mi derivano dalla storia e dalla natura (per il fatto di essere il fondatore) che raramente esercito.
Preferisco influenzare le persone con tutto il garbo e la gentilezza che mi sono possibili. Occupo simbolicamente questo posto affinchè i nostri ideali ed i nostri obiettivi siano di esempio per il mondo.

PI: Wikipedia sta avendo un impatto forte sulla circolazione del sapere e sulla società mondiale. State pensando anche di far vivere l’enciclopedia fuori dalla Rete perché possa contribuire ancor di più a veicolare il sapere. Ci spiega in che modo?
JW: Noi abbiamo attraversato tutto il periodo degli inizi della Rete quando eravamo molto eccitati per il futuro di questo nuovo mezzo. Poi, quando l’era del dot-com è arrivata, Internet sembrava essere solo pop-up, porno e spam. Wikipedia in verità è un ritorno agli ideali originali di Internet: mettere insieme le persone attraverso l’amore ed il rispetto per costruire qualcosa di migliore per il futuro. Un semplice ideale tuttavia capace di infondere molto potere. Ecco che il nostro ideale diventa universale e può dunque vivere -anzi deve- anche fuori dalla Rete.

PI: Già altre enciclopedie (Encarta) stanno aprendo il loro contenuto ai lettori ma con limiti più rigidi. Secondo lei come finiranno questi esperimenti?
JW: Ne parlo in maniera approfondita sul mio blog . Al momento sono in aereo e non posso dilungarmi troppo. Il punto tuttavia è: Encarta non ha adottato licenze libere, e non ha alcuno strumento per creare attorno al suo sito una vera comunità sullo stile di quella nostra. Bill Gates è incredibilmente folle se pensa che le persone si offriranno volontariamente di lavorare gratis solo per far guadagnare alla Microsoft (e dunque a lui) altri soldi.

PI: Crede? Manca dunque il “movente”, una motivazione vera e nobile…?
JW: Sì, le persone sono felici di dare il loro apporto e di spendere il loro tempo e la loro energia per migliorare il mondo e renderlo un posto migliore. Chi ha un minimo di cervello non perderà cinque minuti del suo tempo per la stupida idea della Encarta.

PI: Si considera il precursore del wiki-thinking? Questo atteggiamento culturale quali influssi può generare nella comunità mondiale?
JW: Io dico sempre di essere un umile falegname e non un architetto. Io faccio solo il mio dovere per costruire qualcosa senza superbia, semplicemente, e spero che le persone lo trovino utile. Cambierà il mondo? Chi lo sa? Io spero di sì.

PI: Come immagina Wikipedia tra 20 anni?
JW: Ah, questo no… non riesco ad immaginare il futuro da qui a tre anni figurarsi fra 20 anni. Nel 2025 vorrei finalmente possedere quella macchina volante che ci hanno promesso da ragazzi. Ed anche i video telefoni. A proposito dov’è finito il mio videotelefono? Sto scherzando, spero che lo humor si colga anche in italiano.

PI: C’è qualcosa che l’ha davvero sorpresa in questa esperienza che non aveva assolutamente previsto?
JW: E’ sorprendente per me sapere quante persone meravigliose esistano al mondo. Quando misi a punto il primo software di Wikipedia pensavo che non saremmo stati capaci di mantenerlo aperto a lungo. Ma la cosa affascinante è che le persone sono di gran lunga migliori di quello che di solito si crede.
Le persone davvero possono lavorare insieme con spirito di carità e dedizione per aiutare il mondo. Io ci credo.

a cura di Alessandro Biancardi

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Pubblicato il
8 lug 2005
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