Una flat internet da 10 euro

Una flat internet da 10 euro

Per la prima volta Telecom lancia un'offerta flat full per i dial-up: per gli esclusi dall'ADSL può essere una svolta. Si apre un fronte da cui Telecom si era sempre tenuta lontano. Ma non tutti possono aderire
Per la prima volta Telecom lancia un'offerta flat full per i dial-up: per gli esclusi dall'ADSL può essere una svolta. Si apre un fronte da cui Telecom si era sempre tenuta lontano. Ma non tutti possono aderire


Roma – È appena arrivata la prima offerta dial-up flat-rate marchiata Telecom Italia: Opzione On-Line Business . Dieci euro al mese Iva esclusa per navigare con il 56 K, senza limiti e senza costi aggiuntivi. Venti euro al mese Iva esclusa per arrivare a 128 K, con l’ISDN.

Peccato si rivolga soltanto agli utenti che hanno una linea con un contratto di tipo “affari” . Non solo: come si legge sul sito 191 , “l’offerta è per ora disponibile per i clienti che hanno aderito ad una delle offerte Teleconomy (Caffè, Aziende Quando Vuoi, National Aziende, Regional Aziende, Zero Aziende, Light, 24 Aziende e 24 Aziende City 100 e 200)”. Non è escluso insomma che in futuro sia estesa a tutti gli utenti affari. Telecom non dà né una casella di posta elettronica, né l’accesso SMTP. Il che condanna quindi gli utenti a usare la Webmail per consultare la posta o a ricorrere alle caselle di portali come Hotmail, MSN e Yahoo, che danno accesso SMTP.

La mossa di Telecom è, comunque, notevole. Per varie ragioni. Per prima cosa, l’offerta costa molto poco per essere una flat dial-up che non ha, almeno all’apparenza, limiti di tempo. Le flat totali in Italia sono molto rare e costose, molto più di un’ADSL. Lo sanno bene gli utenti che sono costretti a trafficarci ogni giorno, essendo esclusi dalla copertura ADSL . Costa 95 euro al mese, per esempio, FullFlat di Clic.it , una delle poche che permettano una connessione senza limiti di tempo. Si rivolge alle aziende, come Opzione On-Line; ma tra le due c’è un abisso di prezzo. Segno che l’offerta di Telecom non è solo una novità, ma anche una rottura rispetto agli standard e agli equilibri creatisi negli anni in questo mercato.

La cosa è notevole soprattutto perché arriva da Telecom Italia, che ha giocato un ruolo centrale nella determinazione dei prezzi delle flat dial-up italiane, prezzi rimasti sempre elevati . È un mercato in cui non è mai voluta entrare con una propria offerta; prima l’ha incentivato, ai tempi d’oro della new economy, con contratti speciali concessi a precursori quali Galactica . Poi l’ha mandato in soffitta, non rinnovando i contratti e lanciando un’offerta all’ingrosso Friaco che non ha mai permesso ai provider di lanciare offerte dial-up totali a prezzi simili a quelli ADSL. Tra i grandi operatori c’è solo Tiscali , ancora, a offrire una flat dial-up : 29,95 euro al mese per un massimo di 200 ore di connessione mensili. È anche un’offerta un po’ nascosta: appare solo a chi inserisce, sul sito, un numero di telefono non coperto da ADSL .

Arriveranno forse nei prossimi giorni le reazioni dei provider a Opzione On-Line, che è tale infatti da sconvolgere gli equilibri in gioco. Ci saranno anche polemiche, forse, visto che con la Friaco nessun provider ha voluto o potuto lanciare offerte dial-up flat totali a 10 euro al mese.

La novità forse segnerà la fine dell’anomalia italiana, in questo mercato: in altri Paesi europei, Francia e Gran Bretagna in testa, ci sono infatti molte offerte dial-up senza limiti vendute a prezzi simili a quelli ADSL . Trenta euro al mese, in Francia, con Tiscali , 13 sterline e 49 centesimi al mese con un provider come l’inglese Ntl . “In Gran Bretagna ci sono offerte dial-up flat molto buone ed è una delle cause per cui il mercato banda larga inglese ha stentato a decollare”, commenta Philippe Defraigne, analista di Cullen International (osservatorio di ricerca di Bruxelles) e uno degli autori di una ricerca, pubblicata a giugno, dalla quale risultava che le ADSL italiane sono tra le meno care in Europa: al secondo posto, dopo la Francia .

Una ricerca che analizzava solo le offerte degli incumbent nazionali e che era disponibile al pubblico in un file intitolato “TelecomItaliaChart.Pdf”. Defraigne spiega a Punto Informatico che, nonostante le apparenze, la ricerca non è stata commissionata da Telecom Italia ma da un operatore belga. Dopo la nostra intervista il nome del file è stato comunque cambiato in un più innocuo dslretailprices.pdf .

Polemiche a parte, c’è da notare che la maturità di questo mercato andrebbe giudicata non solo dalle tariffe banda larga, ma anche dalla qualità delle alternative disponibili a chi non è raggiunto da ADSL. E finora l’Italia in questo punto ha peccato.

Forse, vista l’esperienza della Gran Bretagna, la strategia di Telecom Italia è stata di incoraggiare lo sviluppo dell’ADSL azzoppando le flat dial-up. E ora che l’ADSL corre spedita, Telecom può permettersi di ridare loro spazio. Arriva persino a scendere in campo in prima persona; non l’aveva mai fatto. Quando toccherà agli utenti residenziali?

Alessandro Longo

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Pubblicato il 11 lug 2005
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