Roma – Ha avuto un successo notevolissimo la campagna NO2ID che in breve tempo è riuscita ad ottenere da 10mila sottoscrittori, tutti utenti britannici, la promessa di un versamento di 10 sterline ciascuno nelle proprie casse per combattere i progetti governativi circa il varo di un nuovo sistema di identificazione nazionale.
Al grido di “una carta di identità non fermerà i terroristi” o di “è solo una spesa per i contribuenti”, i promotori della campagna sono riusciti a far leva sul diffuso scetticismo degli inglesi sui meriti che potrebbe avere l’adozione dei passaporti biometrici : sebbene si parli di carte di identità da tempo, infatti, proprio l’accelerazione dell’amministrazione Blair per l’adozione di passaporti che possano contemplare, oltre alla fotografia, anche altri dati biometrici (come le impronte digitali) ha sollevato moltissime perplessità.
Se in Italia l’intera questione della privacy assai di rado viene percepita come un’urgenza dall’opinione pubblica , che secondo recenti sondaggi pubblicati dal Corriere della Sera non disdegnerebbe un controllo persino sui contenuti delle email, oltremanica gli obiettivi del Governo trovano una fiera opposizione.
“NO2ID – spiegano i promotori di questa iniziativa – si oppone ai progetti del Governo per la realizzazione di una carta di identità e del Registro nazionale delle Identità. Noi raccogliamo persone ed enti di tutti i settori e cerchiamo di garantire che la posizione contraria al progetto sia portato con forza all’attenzione dei media, nei corridoi del palazzo e più diffusamente tra la gente”. “Noi – continuano – speriamo di abbattere le proposte del Ministero degli Interni in Parlamento, ma continueremo la nostra campagna nel paese se quelle normative saranno approvate”.
Il raggiungimento delle 10mila sottoscrizioni è un grosso successo per la campagna e arriva proprio mentre lo UK Passport Service (UKPS) ha fatto sapere di aver dato il via ad un programma di upgrade tecnologico delle proprie infrastrutture per poter fornire tutti i servizi richiesti in vista delle nuove carte di identità e passaporti: un annuncio che sembra indicare la ferma intenzione del Governo britannico di proseguire su questa strada.