Shanghai – Si accende la lotta tra due delle più note multinazionali americane dell’ICT: la conquista della Cina, iniziata già da un paio d’anni, si annuncia come una vera, faticosissima lunga marcia per i vertici di Google e Microsoft .
Il casus belli che ha incendiato le tensioni tra le due aziende è la defezione del dott. Kai Fu Li, ex vicepresidente del team che ha realizzato MSN Search dedicato ai cento milioni di utenti cinesi. Il dott. Li è diventato il responsabile di un nuovissimo laboratorio di ricerca al servizio della grande G, appena inaugurato nei dintorni di Shanghai.
Microsoft ha immediatamente avviato un procedimento legale nei confronti dell’ex dipendente e soprattutto nei confronti di Google. Questo perché Li avrebbe violato, grazie all’aiuto determinante del re dei motori di ricerca, dei riservatissimi accordi contrattuali stipulati con il colosso di Redmond. “Come direttore esecutivo, Lee conosce alcuni segreti commerciali di Microsoft”, dichiarano i portavoce dei creatori di Windows in un comunicato ufficiale. “Avere accettato l’incarico proposto da un concorrente, sostanzialmente simile, lo pone in netto contrasto con quanto previsto dai suoi obblighi contrattuali”.
La battaglia tra titani è ormai esplosa: il dott. Li, dal canto suo, si augura di “poter sviluppare nuove tecnologie accessibili per tutti gli utenti cinesi”, visto che “adesso ho delle possibilità uniche messe a disposizione dal nuovo laboratorio creato da Google”. L’opinione dei legali di Microsoft è che Li non esiterà ad utilizzare tecnologie e know-how socioeconomico per massimizzare i guadagni della società concorrente.
Da parte sua, l’azienda di Mountain View, dopo il benestare del governo di Pechino , ha dato il via ad un cospicuo flusso d’investimenti per assicurarsi il promettente mercato cinese. Secondo una ricerca di mercato effettuata da Shanghai iResearch , Google possiede il 21% del settore ricerche web in tutta la Cina, superato soltanto dal popolarissimo Baidu , nelle mani di Sina Corporation .
L’interesse delle aziende occidentali che operano sul web della Repubblica Popolare Cinese ha attratto lo sdegno di associazioni come Reporters Sans Frontieres , poiché tutti i motori di ricerca vengono scrupolosamente censurati secondo i dettami delle autorità pechinesi.