Il Vietnam all'assalto di Internet

Il Vietnam all'assalto di Internet

Il Comitato Centrale del Partito Comunista emette una nuova direttiva: Internet è un'arma dei controrivoluzionari e quindi va messa in gabbia. Cybercafé trasformati in strutture paramilitari. RSF: Hanoi si scava la fossa
Il Comitato Centrale del Partito Comunista emette una nuova direttiva: Internet è un'arma dei controrivoluzionari e quindi va messa in gabbia. Cybercafé trasformati in strutture paramilitari. RSF: Hanoi si scava la fossa


Hanoi (Vietnam) – Militarizzazione parziale dei cybercafé, forte presenza online degli organi stampa del partito e repressione di tutte le iniziative editoriali private. Questa volta il governo centrale di Hanoi, capitale del Vietnam comunista, non intende lasciare scampo a dissidenti e reazionari. Una nuova direttiva emanata dal Comitato Centrale del Partito Comunista Vietnamita sferra così un inaudito attacco alla struttura profonda di Internet, accusata di essere un'”arma nelle mani dei controrivoluzionari”.

I responsabili degli oltre 5000 cybercafe sparsi su tutto il territorio, unici punti di contatto col mondo esterno per migliaia di cittadini vietnamiti, verranno trasformati in corpi paramilitari attraverso una serie di corsi per ausiliari di polizia . Questi “corpi speciali” dovranno sorvegliare sulle abitudini online degli utenti e riceveranno un apposito addestramento operativo sulle tecnologie informatiche e comunicative.

Il sistema di filtri Internet non basta: secondo fonti ufficiali, le durissime misure restrittive che limitano l’accesso ad Internet non hanno evitato la proliferazione di testate giornalistiche e comunità di utenti “pericolosamente reazionari ed antinazionali”.

Le Nam Gioi, segretario del Partito Comunista, non ha esitato ad utilizzare termini particolarmente spregevoli nei confronti del timidissimo giornalismo indipendente vietnamita, costretto alla clandestinità : i giornalisti sarebbero “disseminatori di una cultura depravata e perversa”.

“I nostri media vanno disseminati di buoni contenuti nel nome della rivoluzione”, sostiene Gioi, “perché dobbiamo portare stabilità, sicurezza ed armonia contro le pericolosissime informazioni controrivoluzionarie provenienti dalla comunità globale”. Il Vietnam ha immediatamente attivato un piano interministeriale per creare una specie di monopolio statale online su tutte le fonti d’informazione.

Reporters Sans Frontieres ha immediatamente denunciato l’accaduto: “Il regime comunista gestirà tutti i mezzi di comunicazione tradizionali e digitali”, sostengono gli attivisti, “il che vanifica le pretese del Vietnam, fortemente interessato ad entrare nella World Trade Organization “.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
28 lug 2005
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