Italia, ai netcafé ora serve l'autorizzazione

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I gestori degli internet point nostrani sono perplessi dinanzi alle misure anti-terrorismo varate dal Governo, che li investono direttamente. Ecco cosa sta accadendo in questi giorni
I gestori degli internet point nostrani sono perplessi dinanzi alle misure anti-terrorismo varate dal Governo, che li investono direttamente. Ecco cosa sta accadendo in questi giorni


Roma – Le misure antiterrorismo varate dal Governo colgono di sorpresa i gestori degli internet point , oberati di nuovi obblighi che mal digeriscono. Il cosiddetto “decreto Pisanu” o “pacchetto sulla sicurezza” appoggiato dalla maggioranza fa discutere sotto numerosi aspetti.

Tra le altre cose prevede la costituzione di una polizia giudiziaria specializzata con compiti particolari, il prelievo coatto della saliva ai sospetti terroristi, carcere fino a 4 anni per chi detiene un documento falso per l’espatrio, permesso di soggiorno elettronico e nuovi poteri investigativi del Pm. Inoltre, sempre nell’ambito degli strumenti di indagine e di controllo , un secondo gruppo di norme del decreto è rivolto alla salvaguardia, per un periodo determinato, dei dati essenziali relativi alle comunicazioni telefoniche e telematiche, all’integrazione dell’art. 132 del Codice in materia di protezione dei dati personali e, più in generale, alle misure amministrative utili per controllare attività “sensibili” ai fini di terrorismo, come gli esercizi di internet point e simili , le attività di volo, le attività inerenti agli esplosivi.

In particolare interessano i gestori di sale dotate di postazioni connesse alla rete o comunque di “servizi di comunicazione elettronica accessibile al pubblico” le norme contenute negli articoli 6 e 7 del decreto in via di conversione:

1 – Fino al 31 dicembre 2007 devono essere mantenuti i dati “del traffico telefonico o telematico” , “esclusi i contenuti delle comunicazioni e limitatamente alle informazioni che consentono la tracciabilità degli accessi e dei servizi”. L’onere della conservazione è a carico dei “fornitori di una rete pubblica di comunicazione”, dunque soprattutto proprietari e gestori di Internet point.

2 – Si stabilisce inoltre l’onere di conservazione dei dati “per altre finalità” per sei mesi. Decorso tale termine tuttavia i soggetti obbligati devono mantenere i dati per ulteriori sei mesi .

3 – “A decorrere dal quindicesimo giorno successivo alla data di entrata in vigore del presente decreto e fino al 31 dicembre 2007, chiunque intende aprire un pubblico esercizio o un circolo privato di qualsiasi specie nel quale sono posti a disposizione del pubblico, dei clienti o dei soli soci apparecchi terminali utilizzabili per le comunicazioni, anche telematiche deve chiederne la licenza al questore “.

4 – “Per coloro che già esercitano le attività la licenza deve essere richiesta entro trenta giorni dalla data di entrata m vigore del presente decreto”.

5 – Il gestore è tenuto inoltre ad identificare, previa registrazione dei dati di un documento di identità, il cliente .

Si tratta di una serie di obblighi che trasformano semplici imprenditori in qualcosa che si avvicina molto al pubblico ufficiale. Ma come hanno reagito i diretti interessati? Sono a conoscenza dei nuovi obblighi? Cosa ne pensano? Punto Informatico ne ha contattati un piccolo gruppo: ecco cosa hanno dichiarato.


“Il mio modesto parere e che queste sono norme cretine”, sostiene Salvatore Napolione che gestisce un punto di accesso ad Ischia : “Il mio esercizio, come tanti altri che si trovano in luoghi di villeggiatura, è rivolto per lo più a clienti, turisti e ospiti nei quali si ha la necessità di controllare soprattutto la propria posta elettronica. La nuova legge prevede che il gestore debba tenere il controllo di quello che fanno i clienti e spero ci si riferisca solo alla conservazione dei log”.

“Per quanto riguarda poi l’acquisizione dei dati da un documento di riconoscimento”, continua l’esercente, “questo potrà mai fermare un terrorista? E come facciamo noi a controllare la veridicità del documento magari scritto in arabo? E se ci danno la tessera del club di Topolino? E’ molto imbarazzante per noi fare i vigili… Cosa succede se i nostri clienti non intendono consegnarci il documento? Addio clienti”.

“Non credo che i terroristi non sappiano come evadere situazioni di controllo come questa”, dichiara Horacio Chiesa amministratore di una società che fra l’altro possiede Internet Point: “E’ un altro passo per il controllo mondiale della popolazione informatizzata. Per noi più lavoro e meno velocità per gli utenti”.

La maggior parte della categoria però è all’oscuro dei nuovi obblighi sia perché magari non informata nei dettagli sia perché è ancor difficile reperire informazioni precise circa la procedura da seguire.

“Sono francamente in ansia”, dice Paolo Miniusi da Viareggio : “Mi sono recato in questura per chiedere precise informazioni su cosa esattamente fossi tenuto a fare. Mi hanno detto di attendere. La mia situazione è difficile: ho 18 postazioni e sono solo. I clienti sono molti e dubito che riuscirò a svolgere le nuove incombenze senza difficoltà. Il mio, poi, è un club che prevede il tesseramento obbligatorio: potrei essere esonerato dal richiedere i documenti?”.

Il decreto parla chiaro: è il gestore a dover registrare i dati del documento mentre spesso, oggi, sono gli stessi clienti a riempire i moduli per la richiesta delle tessere dei club. Lo stesso vale per quei sistemi che prevedono l’iscrizione degli utenti con nome e password.

In molti fanno notare come sia necessario un software che sia in grado di archiviare in maniera razionale i dati del traffico incrociati con le diverse identità , cosa che per ora i programmi di amministrazione utilizzati negli Internet point non fanno ancora.

“Non sapevo di queste nuove norme ma penso che per noi questa sia una follia”, è il parere di Marco Pardera da Milano , “capisco che i grandi gestori di telefonia debbano conservare il traffico telefonico telematico, ma far fare questo lavoro a noi è assurdo. Queste nuove leggi mixate per bene con la legge sulla privacy sono un cocktail micidiale per la nostra attività e pertanto penso proprio che a settembre chiuderò. Queste leggi così applicate sono una farsa e forse violano anche la privacy oltre ad essere inutili”.

“Ho aperto da poco un internet point”, confessa Stefano Migliozzi, “e molto francamente non sapevo molto di questo decreto. Non mi hanno informato di nulla né dal commercialista, né alla Confcommercio. Non mi è molto chiaro come potrei fare ad archiviare tutti i siti visitati dagli utenti (se è questo che mi è richiesto di fare), né come poter archiviare i dati degli utenti”.

“Trovo che l’iniziativa antiterrorismo sia importante”, è il parere di Alessio Iannario da Pescara , “di conseguenza aderisco linearmente alle nuove norme sui dati del traffico telematico. Per i gestori naturalmente questo adeguamento delle infrastrutture comporta una spesa significativa tra hardware e software, noi abbiamo già sostenuto questo investimento da un po’ di tempo ed ora siamo in grado di fornire un ottimo supporto per le autorità competenti”.

Più di una persona ha sollevato anche il problema che riguarda gli utenti (sempre di più) che approfittano dell’Internet point per collegarsi con il proprio portatile . In questo caso sarà possibile controllare ugualmente l’utente oppure il potenziale terrorista riuscirà a farla franca?

Alessandro Biancardi

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Pubblicato il 2 ago 2005
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