Roma – Avevano inondato la rete italiana con una caterva di email truffaldine senza precedenti ed erano riusciti con la propria operazione di phishing a farsi dare dati sensibili da molti utenti italiani di servizi di banking online e a sottrarre loro moltissimo denaro. Ma questa era solo l’ultima delle loro operazioni. Ora sono stati individuati e denunciati.
L’annuncio dell’ottimo successo delle indagini l’ha dato ieri il Comando Nucleo Regionale della Polizia Tributaria della Lombardia , da tempo impegnato in operazioni contro le frodi online, confermando che l’inchiesta ha portato alla denuncia di 28 persone , 24 delle quali italiani (gli altri sono tre russi e un nigeriano).
Cosa forse ancora più rilevante, però, è il fatto che il tempestivo intervento delle Fiamme Gialle abbia consentito di bloccare 1,3 milioni di euro che l’organizzazione era riuscita a sottrarre ai circa 400 correntisti messi nel sacco con le email truffaldine. Come noto, il phishing spesso si serve di messaggi fasulli per indurre gli utenti meno accorti a depositare dati come le password di accesso su siti creati ad arte per ingannare.
I finanzieri hanno spiegato che sono stati presi di mira gli utenti di servizi di banking online di quattro istituti di credito nazionali .
L’inchiesta era partita lo scorso maggio sotto la direzione del Sostituto Procuratore della Repubblica di Milano Francesco Cajani ed ha messo sulle tracce degli autori della truffa che, si legge in una nota, “al fine di garantire il proprio anonimato e dirottare verso Stati esteri (anche c.d. “off-shore”) le somme illecitamente sottratte agli ignari correntisti, si avvalevano di soggetti italiani appositamente contattati con e-mail e chat i quali, in cambio di percentuali variabili tra il 5% e il 20%, consentivano il transito delle somme sui propri conti correnti ed effettuavano il successivo trasferimento delle stesse fuori dal territorio nazionale tramite le agenzie di money transfer .”
Le successive 28 perquisizioni domiciliari effettuate dalle Fiamme Gialle “hanno confermato l’ipotesi investigativa, finora senza precedenti, di riciclaggio di somme derivanti da reati informatici attraverso lo stesso strumento telematico (in gergo cybericiclaggio )”.
Per il successo dell’operazione, spiega la nota, si è rivelata essenziale la collaborazione degli istituti di credito interessati che hanno consentito “il monitoraggio in tempo reale di migliaia di transazioni monetarie” e bloccare così i bonifici verso l’estero per buona parte delle somme catturate illecitamente. “Di rilevante importanza per il buon esito dell’operazione – conclude la nota – è stato il coordinamento con la Procura della Repubblica e la Polizia Postale di Bologna che, a seguito della querela presentata da un importante istituto bancario bolognese, hanno aperto un parallelo procedimento penale”.