Internet café, lettera a Pisanu

Internet café, lettera a Pisanu

Il titolare di un internet point in Sardegna scrive una missiva idealmente rivolta al ministro dell'Interno e a chi ha appoggiato le nuove norme anti-terrorismo. Non mi sento - dice - un poliziotto
Il titolare di un internet point in Sardegna scrive una missiva idealmente rivolta al ministro dell'Interno e a chi ha appoggiato le nuove norme anti-terrorismo. Non mi sento - dice - un poliziotto


Roma – Scrivo alla vostra testata in qualità di titolare di un internet caffè, sì uno di quei locali dove nasce e si propaga il terrorismo internazionale. Il mio locale si trova in una piccola cittadina, Nuoro, ma le dimensioni dell’attività non sono da provincia, anzi possiamo dire di essere uno dei più grandi della Sardegna e con riferimento al S.O. uno dei più grandi d’Italia. Il tutto costruito dopo numerosi anni di gavetta alle dipendenze, sacrifici economici e familiari di tutti i tipi.

Idealmente, in un ambiente difficile come la nostra realtà, ho voluto creare qualcosa di diverso, qualcosa che eliminasse le barriere tra l’informatica e la gente comune, posso affermare che l’iniziativa ha, oltre allo scopo economico un fine sociale. Ma veniamo alle note dolenti, il famigerato Decreto Pisanu ora divenuto legge e il suo ormai tristemente famoso Art. 7 in cui si citano le attività uguali o simili alla mia come attività pericolose e quindi assoggettate al controllo giudiziario nell’attività anti-terroristica. Non sono in possesso di dati che giustifichino la pericolosità di questo tipo di locali o del computer in genere, così come non conosco i consiglieri tecnici che hanno spinto il Ministro a fare riferimento alle nostre realtà imprenditoriali, come attività da controllare e reprimere.

Mi viene da sorridere circa la competenza tecnica in materia informatica e forse anche anti-terroristica.

Ho provato ad immaginare un possibile terrorista sprovveduto o meglio una mente terroristica sprovveduta, non sapendo se esistano veramente, un imbranato che va in giro con uno zaino pieno di esplosivo, documenti che non si sognerebbe di falsificare, in quanto incapace e che spedisce e-mail a destra e manca dagli internet caffè o internet point di varia natura impartendo o ricevendo ordini, chiedendo consigli su come si usa un Mac rispetto a un Win o Linux, con a fianco il manuale del perfetto terrorista in bella vista, nemmeno tradotto in arabo.
Imprendibile, sfuggente, non individuabile dai nostri strapagati servizi segreti. O più realisticamente esiste una regia che magari di informatica se ne intende un pochino, ha un minimo di conoscenza su cosa sia la crittografia e gli strumenti software per ottenerla, sappia come nascondere il proprio indirizzo IP ed altre piccole sottigliezze informatiche che chiunque per “lavoro”, come loro, possono venirne a conoscenza in men che non si dica.

Cigliegina sulla torta, questi pericolosi terroristi li dobbiamo controllare noi, io la titolare, e la ragazza di turno alle mie dipendenze, ed allo stesso tempo preparagli un cappuccino con pasta alla crema, compilare un registro dopo che questi mi ha fornito un bel documento, magari in arabo o in brasiliano o cinese, o registrare come Il Grande Fratello, ciò che ha scritto e se crittografato decrittarlo e magari consegnarlo all’autorità competente.

Il tutto applicato anche all’ignaro cittadino italiano, quello che al massimo della sua trasgressività entra nel sito di PlayBoy. E gli Hot-Spot pubblici, quelli presenti negli aereoporti, in alcuni paesi, negli alberghi di lusso, nei Fast-Fud, e che dire circa la presenza di accessi pubblici in tutta l’America, patria dell’anti-terrorismo, dove non esiste l’esibizione di alcun documento, dove a San Francisco nelle piazze, nei parchi universitari ci si collega come si vuole e quando si vuole e gratis.

Ma mi faccia il piacere sig. Ministro e tutti i deputati che hanno sostenuto l’iniziativa a destra e sinistra, centro incluso. Dove sono finiti gli slogan, “internet dappertutto”, “incentivi a Baristi e Tabaccai per diffondere il verbo digitale” “comprate Computer sono il futuro”, ma che messaggio capiscono i giovani se i giornali, la classe politica, scrive solo di terrorismo informatico, di pedofilia e pornografia di truffe, di P2P, di tutto quanto di negativo tramite la rete si può fare, formeremo una nuova classe di ignoranti terrorizzati dai nuovi mezzi di comunicazione, impauriti dalla possibilità che toccando una tastiera essa possa produrre un’esplosione.

Oggi sono gli internet caffè, domani saranno gli utenti domestici ad essere spiati perché possibili fiancheggiatori di terroristi. Non vi sa di medioevo, di caccia alle streghe, di voler abolire la cultura e l’informazione e restaurare l’ignoranza generalizzata, come se non bastasse già quella presente in quantità?

Se poi si facesse una trasposizione, potremo chiedere ai rispettivi ministri di sfornare i relativi decreti inerenti per esempio il trasporto aereo, perché su certe rotte, viaggi in Indonesia, Cuba,Brasile, Santo Domingo, Romania ecc. l’80% è turismo sessuale, sfruttamento della prostituzione e pedofilia, visto che ci siamo chiudiamo anche le agenzie viaggi, quelle via internet comprese.

Chiudiamo anche le armerie, perché alimentano la criminalità, e vietiamo gli alcolici che fanno più morti di tutti i terroristi messi assieme. Non sarebbe meglio impiegare le forze dell’ordine nei compiti di prevenzione e controllo individuale, invece di perdere tempo e risorse nell’analisi di milioni di messaggi sms-mms-e.mail ecc..

Potrei dilungarmi, ma penso di essere stata chiara nello sfogo e nella tristezza che questi pensieri mi creano. Io amo l’informatica, e quando giornalmente riesco a dare un consiglio, un aiuto sulla materia, questo mi far star bene, è importante, è cultura.

Pina Congiargiu
“Smile” Internet Caffè
Nuoro

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Pubblicato il 7 set 2005
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