Roma – Lunedì gli alunni di Bolzano e provincia torneranno tra i banchi di scuola per il nuovo anno scolastico. Ad addolcire, almeno in parte, la fine delle vacanze ci penseranno i personal computer, che monteranno sistemi operativi nuovi di zecca. I sistemi che fino a giugno giravano su Windows, infatti, durante l’estate sono stati tutti sostituiti dalla distribuzione Debian Gnu/Linux, “pur mantenendo – spiega a Punto Informatico Paolo Lorenzi , ispettore della Sovrintendenza scolastica della provincia – un aspetto “amichevole” che ne faciliterà l’utilizzo da parte di tutti gli studenti, anche di coloro che hanno scarsa dimestichezza con il software libero”.
Un lavoro che ha interessato tutti i 2.500 computer presenti nelle scuole in lingua italiana di Bolzano e che è stato finanziato con fondi della Sovrintendenza provinciale, del Fondo sociale europeo e del Centro di Formazione Professionale in lingua italiana Cts “Luigi Einaudi”. La provincia bolzanina si conferma così tra le realtà scolastiche all’avanguardia in tema di tecnologie, con un rapporto di un pc per ogni cinque alunni, ben più del rapporto 1/15 che il ministero dell’Istruzione ha indicato come obiettivo per il 2007.
Le caratteristiche
Il software, denominato Fuss-Soledad (con l’acronimo Fuss che sta per Free Upgrade South Tyrol’s School), è stato realizzato in modalità multilingue e dotato di funzionalità differenti a seconda della scuola (elementare, media, superiore) all’interno della quale si trova il computer. Per favorire il passaggio da Windows a Linux, i nuovi pc sono stati dotati di una grafica molto simile a quella a cui gli studenti erano abituati sino ad ora. Inoltre nelle prime settimane di scuola sono previsti, oltre a numerosi appuntamenti formativi per gli operatori scolastici, anche circa 40 “Installation Party” nelle diverse scuole e località della Provincia di Bolzano, con l’obiettivo di far conoscere a tutte i protagonisti del mondo della scuola, questa particolare versione di Gnu/Linux.
Le motivazioni della scelta
“A spingerci verso il software libero – spiega l’ispettore Lorenzi – non ci sono ragioni economiche legate ai costi delle licenze proprietarie. L’unica molla che ci ha spinto al cambiamento è stato un approccio per così dire filosofico che seguiamo nei processi di istruzione. Crediamo che le tecnologie abbiano un ruolo fondamentale nella costruzione dei saperi e poter contare su tecnologie non proprietarie consente di allargare le possibilità di crescita”.
A tutti gli alunni (circa 20mila in totale) e gli insegnanti (oltre un migliaio) sarà distribuito un cd gratuito in modo da consentire agli utenti di ritrovare gratuitamente a casa lo stesso ambiente di lavoro e le stesse applicazioni utilizzate nei laboratori informatici delle scuole. “Invitiamo chiunque lo voglia – aggiunge Lorenzi – ad apportare modifiche migliorative del software. In cambio chiediamo solo di impegnarsi a condividere con tutti gli altri le innovazioni, per crescere assieme”.
Software aperto a scuola
Quello di Bolzano è solo l’ultimo esempio di una serie di iniziative adottate nelle scuole italiane per promuovere l’innovazione attraverso software liberi da licenze. Nell’ Istituto Polispecialistico di Napoli , ad esempio, dalla primavera è attivo un servizio contro la dispersione scolastica che poggia sul software Open Source “Dokeos”, per la realizzazione di una piattaforma di e-learning. O come il progetto “Open Source a scuola”, promosso dall’Istituto tecnico industriale John Kennedy di Pordenone, che consiste nell’utilizzo di applicativi basati su software non proprietario nell’ambito dei laboratori di elaborazione e trasmissione delle informazioni.
Luigi dell’Olio