ADSL senza voce alla resa dei conti

ADSL senza voce alla resa dei conti

Il Garante contatta gli operatori e intima l'alt a Telecom: aveva iniziato a ritoccare le tariffe. Braccio di ferro tra incumbent ed operatori. I prossimi saranno i giorni della verità, per utenti e provider. Il quadro
Il Garante contatta gli operatori e intima l'alt a Telecom: aveva iniziato a ritoccare le tariffe. Braccio di ferro tra incumbent ed operatori. I prossimi saranno i giorni della verità, per utenti e provider. Il quadro


Roma – Il limbo delle ADSL senza linea voce si sta sciogliendo come nebbia, rivelando i contorni di una novità: il Garante TLC è sceso in campo, ha bloccato la proposta di Telecom Italia e, la settimana scorsa, ha chiesto il punto di vista degli altri operatori. Poi convocherà le parti e deciderà se e in che misura accettare la proposta di Telecom, che, come sanno i lettori di Punto Informatico, quest’estate ha voluto introdurre un canone aggiuntivo all’ingrosso per le ADSL attivate a utenti sprovvisti di linea telefonica .

La novità affiora ora sotto forma di un fax inviato dal Garante per conoscere appunto i pareri dei provider, i quali attendevano da circa tre mesi che il Garante si pronunciasse e spezzasse il periodo di incertezza che attanaglia fornitori e utenti. Se la proposta di Telecom passasse così com’è, infatti, le ADSL senza voce perderebbero di colpo gran parte del loro fascino. Subirebbero un rincaro di una decina di euro al mese . Si noti che Telecom vorrebbe applicare la novità anche alle ADSL già attive .

La situazione stava precipitando. Alcuni provider, prevedendo il peggio, avevano già aumentato i prezzi delle proprie ADSL senza voce. “Telecom Italia – racconta a Punto Informatico Luca Spada , amministratore delegato di NGI – aveva infatti contattato noi e altri provider, nelle scorse settimane, dicendoci che ci avrebbe presto inviato una fattura che teneva conto dei nuovi prezzi delle ADSL senza linea voce. Noi abbiamo risposto protestando e facendo notare che il Garante non si era ancora espresso in merito…”. Telecom Italia si sarebbe già messa in moto, insomma, per battere cassa.

“Ha disdettato tutti i contratti all’ingrosso che erano in scadenza, con i provider”, spiega Paolo Nuti , vicepresidente operativo di AIIP , l’associazione dei principali provider italiani. “Ha presentato loro quindi nuovi contratti, dove mancava la clausola relativa alle ADSL senza linea voce, la quale era invece presente nei vecchi contratti. Alcuni hanno firmato, altri si sono rifiutati”.

La contesa delle ADSL senza linea voce ha portato quindi a una situazione critica che mai si era vista in Italia: addirittura alcuni provider hanno scelto per protesta di restare, per un po’, senza contratto con Telecom Italia . Non è dato conoscerne i nomi (gli interessati si guardano bene dal confessarlo); parrebbe però che per adesso questa mossa di protesta resti senza conseguenze, poiché le parti attendono che il Garante si pronunci. Non c’è stata infatti notizia, in questi giorni, di provider che hanno interrotto i servizi; e chi è senza contratto con Telecom non dovrebbe essere in grado di erogarli.


Sono giorni di confronto: una manciata di provider (tutti quelli interessati alla vicenda) sta inviando le proprie considerazioni al Garante. La tesi di NGI è che “non ci dovrebbe essere nessun rincaro per le ADSL senza linea voce; dovrebbero essere anzi scontate le ADSL normali , all’ingrosso, quelle affiancate da una linea telefonica di Telecom”, dice Spada.

NGI, infatti, come altri provider, è giunta a questa tesi facendo un po’ di calcoli partendo dai costi all’ingrosso e in unbundling applicati da Telecom. “Un’ADSL 1.280/256 Kbps – continua Spada – costa a noi 14,5 euro al mese IVA esclusa, che è solo il prezzo per l’affitto della porta sul DSLAM Telecom e l’uso del doppino… Gli altri costi, per la banda, sono a parte. Telecom ci dice che il costo della porta è circa 3 euro al mese. Quindi è come se pagassi l’uso del doppino 11 euro al mese. Bene, è molto di più del costo del full unbundling (8,3 euro al mese), con cui Telecom permette a un operatore di affittare tutto il doppino e usarlo per ADSL e voce”. “La nostra tesi – spiega Spada – è quindi: noi operatori wholesale, che compriamo all’ingrosso, paghiamo il doppino già più di quanto previsto con il full unbundling, dove di fatto Telecom è estromessa dalla linea dell’utente, come avviene con l’ADSL senza linea voce. Non ha senso applicare a quest’ultima un canone aggiuntivo”. Bisognerà vedere come il Garante giudicherà questa tesi. Un’obiezione possibile, infatti, sarebbe che i prezzi unbundling e quelli wholesale non sono paragonabili. L’operatore deve dotarsi di una più complessa e costosa infrastruttura per fare unbundling, rispetto a quella necessaria per vendere all’ingrosso. Non c’è nessuna norma , inoltre, che obblighi Telecom a tenere allineati i prezzi wholesale con eventuali sconti dati agli operatori unbundling sull’affitto del doppino.

Il Garante si troverà davanti, quindi, a una situazione spinosa da analizzare, appunto perché mancano paletti normativi e ufficiali cui fare riferimento. Lo spiega Guido Tripaldi , del consiglio direttivo AIIP: “il punto è che manca un’ADSL Alice sul cui costo sia possibile basarsi per stabilire quello delle ADSL senza linea voce”. Il costo delle ADSL all’ingrosso è stabilito infatti con il principio del retail minus . Si prende il costo della relativa ADSL Alice e si stabilisce un minus, una riduzione di prezzo per arrivare all’offerta all’ingrosso.

Quel minus permette, in teoria, agli operatori di competere e di replicare le offerte Alice. Alice 4 Mega costa al pubblico 36,95 euro al mese? Agli operatori, l’accesso a 4 Mbps deve costare un po’ di meno. Ma poiché non c’è un’offerta Alice per gli utenti sprovvisti di linea Telecom, è come navigare senza radar e senza faro .

Nel buco delle norme, Telecom potrebbe avere gioco facile a imporre i propri prezzi. L’ambiguità della situazione è accresciuta dal fatto che Telecom ha avuto l’idea di presentare la novità come se fosse una nuova offerta. Non ha detto “da oggi l’ADSL senza linea voce costerà di più”. Bensì, in sintesi: “Operatori, da oggi vi diamo questa nuova possibilità: attivare l’ADSL anche agli utenti senza linea voce”. Così si legge infatti sul sito dell’offerta all’ingrosso Telecom: “Telecom Italia, a partire dal 10 luglio 2005, integrerà la propria offerta in modo da rendere disponibile agli Operatori la possibilità di usufruire dei servizi dati wholesale ADSL a larga banda di Telecom Italia, indipendentemente dall’abbonamento al servizio telefonico di base di Telecom Italia”.


Così descritta, pare quasi una gentile concessione, per la quale gli operatori dovrebbero ringraziare Telecom. Eppure l’ADSL senza linea voce era già un’opzione disponibile , ufficialmente, nei contratti all’ingrosso, adesso disdetti in massa. C’è il rischio che anche il Garante cada vittima di quest’ambiguità.

Così si legge, infatti, nel fax inviato ai provider: “Si fa presente che la relativa offerta è oggetto di un’approfondita analisi da parte dell’Autorità, in attesa della cui conclusione Telecom Italia è stata invitata a non avviare la commercializzazione del servizio, inizialmente annunciata per il 10 luglio 2005”. Sarà cura degli operatori spiegare che le ADSL senza linea voce esistono da quattro anni e che la “nuova offerta” di Telecom aggiunge solo un rincaro delle condizioni precedenti.

Ed è un rincaro tale da spostare gli equilibri in gioco: “Quel canone danneggia lo sviluppo del VoIP italiano, che si ciba anche della possibilità di attivare un’ADSL senza pagare il canone base di Telecom”, dice Marco Veneziano, direttore marketing di Elitel .

“Faccio notare”, aggiunge invece Stefano Cecconi , titolare di Aruba (uno dei provider interessati dalla novità), “che già noi paghiamo un prezzo di attivazione speciale per le ADSL senza linea voce. Settantacinque euro. Mentre l’attivazione è gratis, dal 2000, con le ADSL normali”. “Quindi – propone Cecconi – almeno per il primo anno non ci dovrebbe essere richiesto un canone aggiuntivo. Se invece Telecom dovesse abolire i costi di attivazione, potremmo forse accettare una canone rincarato di un paio di euro”.

In generale, la speranza di provider e utenti è che il Garante almeno riduca l’entità del rincaro voluto da Telecom e ne elimini la retroattività, così che le ADSL già attive non subiscano alcuna modifica. È probabile che nelle prossime settimane questa situazione arrivi a chiarirsi.

Alessandro Longo

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Pubblicato il 19 set 2005
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