Caracas (Venezuela) – Le autorità venezuelane hanno ordinato la chiusura immediata delle sedi locali di IBM , in nome di una battaglia a tutto tondo contro l’ evasione fiscale , secondo una tabella di marcia enunciata di recente dal leader socialista Hugo Chavez. Seniat , l’agenzia delle entrate del governo chavista, ha posto i sigilli agli stabilimenti IBM di Chuao, Boleita Sur, Carabobo, Zulia, Bolivar e Anzoategui.
Gli uffici tributari di Caracas hanno scoperto molte irregolarità anche nei conti di Microsoft , Nokia e Siemens . Il governo venezuelano intende adesso rafforzare i controlli sulle multinazionali estere che, nel caso di irregolarità, verranno colpite da sanzioni e sospensione temporanea delle attività produttive.
IBM Venezuela è tra i più importanti marchi americani presenti nel paese e gode di una posizione privilegiata nel mercato interno. Approdata in Venezuela nel 1938, conta su una forza lavoro che oscilla attorno ai 2000 dipendenti. Il mondo politico ha più volte accusato Big Blue di condizionare il paese , schiacciando la competitività di piccole e medie imprese del settore software.
Chavez (nella foto) ha colto l’occasione per annunciare in pompa magna la nascita dell’ industria IT autarchica : un’azienda statalizzata costruirà ordenadores bolivarianos , in onore all’eroe nazionale Simon Bolivar. “Fabbricheremo computer qui in Venezuela, insieme a laptop e telefoni cellulari”, ha dichiarato Chavez all’inaugurazione di VIT, Venezolana de Industria Tecnologica .
VIT lavorerà in stretto contatto con un importante produttore hardware cinese, Lang Chao International. Uno schiaffo per Washington e Bruxelles?
Dalle indagini del fisco emerge che un totale di ben 15 imprese, tutte multinazionali ed occidentali, non avrebbero mai pagato l’ imposta sul valore aggiunto . Attraverso la stampa locale si apprende che nel mirino del fisco vi sono tutte “quelle aziende che sono in regola a casa loro, ma evadono qui in Venezuela”.
Secondo i portavoce di Seniat, le evasioni delle compagnie estere danneggiano l’economia venezuelana per circa tre miliardi di euro . “Le multinazionali che vogliono lavorare in Venezuela dovranno pagare, altrimenti devono andarsene”.
Tommaso Lombardi