Roma – “È solo una questione di tempo prima che Linux divenga uno dei bersagli preferiti da creatori di virus e malware”. Così ha dichiarato a vnunet.com Michael Foreman, uno dei soci della filiale inglese di Grisoft . Questa società è nota soprattutto per il suo antivirus AVG, uno dei pochi ad essere disponibile anche in versione gratuita .
“Negli scorsi anni – ha detto Foreman – abbiamo assistito ad una forte e costante crescita delle applicazioni Linux nel settore enterprise. E’ dunque prevedibile l’arrivo di virus specificamente creati per attaccare gli utenti di queste applicazioni”.
Qualcuno potrebbe legittimamente chiedersi se quello di Foreman sia un reale presentimento o, piuttosto, una speranza. L’imprenditore inglese, infatti, non ha mancato di aggiungere che la propria azienda “è uno dei primi produttori di antivirus mainstream ad aver avviato una nuova divisione interamente dedicata alla protezione dei sistemi Linux”.
Sebbene buon parte delle rivali di Grisoft dispongano di prodotti per la sicurezza espressamente dedicati a Linux, la società afferma di essere la sola ad avere in programma il lancio, ormai imminente, di un antivirus per Linux gratuito. Con questo prodotto, che come la versione analoga per Windows potrà essere utilizzato solo dai privati, Grisoft spera di gettare un seme nel fertile terreno delle piattaforme Linux per il desktop.
“La maggior parte dei produttori di antivirus non sono focalizzati sul mercato open source, e questo perché tale settore rappresenta solo una piccola frazione del loro fatturato”, ha affermato Foreman.
Va detto che oggi le soluzioni antivirus per Linux hanno sostanzialmente lo scopo di proteggere i sistemi di rete dove gira Windows e di filtrare le e-mail: la ragione è che nel mondo del Pinguino i virus sono virtualmente inesistenti, e questo anche perché gli utenti sono abituati ad autenticarsi con privilegi limitati. Non stupisce, dunque, che la previsione di Foreman appaia a molti quanto meno esagerata: se Linux fosse davvero un così fertile terreno per i virus – si sostiene da più parti – stessa sorte sarebbe toccata anche a Unix, che prima dell’avvento del sistema operativo open source dominava quasi incontrastato il mercato aziendale.