Roma – “Per Natale lanceremo le prime offerte che sfruttano le capacità dell’Adsl 2 Plus, che spinge la velocità fino a 24 Mbps”. A parlare è Andrea Podda, direttore tecnico della rete Tiscali. Una promessa che è anche una conferma: le nuove offerte strombazzate in questi giorni, cosiddette “Adsl 2 Plus”, in realtà sono Adsl 2, anche se poggiano su un network in grado di supportare lo standard Adsl 2 Plus. “Per una ragione di strategia commerciale abbiamo deciso di rimandare a fine anno il lancio di offerte che vadano oltre i 12 Mbps”, dice Podda.
Com’è noto, infatti, lo standard Adsl 1 arriva fino a 8 Mbps (in realtà, 6 Mbps); fino a 12 Mbps, l’Adsl 2. Oltre, fino a 24 Mbps, c’è l’Adsl 2 Plus. Tiscali e, da questa settimana Wind, hanno offerte che arrivano fino a 12 Mbps (con 1 Mbps in upload). Allo stesso prezzo, tra l’altro: 34,95 euro al mese IVA inclusa. Anche MC-link nei giorni scorsi ha inaugurato un network che supporta l’Adsl 2 Plus, ma l’offerta più prestante finora presentata arriva a 10 Mbps ed è rivolta, tra l’altro, al mercato business e non a quello residenziale. “Volevamo tenerci qualche cartuccia per il futuro, ecco perché non abbiamo voluto presentare subito offerte che sfruttano lo standard Adsl 2 Plus”, dice Cesare Veneziani, amministratore delegato di MC-link.
Insomma, la tecnologia è già pronta all’Adsl 2 Plus, ma per un calcolo commerciale gli operatori italiani hanno deciso di centellinarla agli utenti. Rallentando così uno sviluppo che invece in Francia è già realtà . Gli operatori italiani possono permettersi di temporeggiare, di procrastinare ad arte l’evoluzione dell’Adsl, perché da noi la concorrenza, sul piano delle reti alternative (unbundling), non è così sviluppata come in Francia.
Unbundling e Adsl 2 Plus, infatti, in questa fase stanno andando avanti a braccetto. È tutta una questione di Dslam, quegli apparati che, posti nella centrale telefonica, forniscono il servizio Adsl agli utenti di zona. Sulla rete di Telecom Italia sono attivi Dslam Adsl 1, quindi gli operatori che acquistano all’ingrosso non possono avere offerte che vadano oltre i 6 Mbps. Nei fatti, sono limitati invece a 4 Mbps, perché nel listino all’ingrosso di Telecom Italia ci sono offerte che arrivano al massimo a questa velocità.
Tra l’altro sono 4 Megabit truccati : di conseguenza, l’Adsl 1 di qualità, in Italia, non si può avere a velocità superiori ai 2 Mbps. Se gli operatori vogliono avere un’Adsl a 4 Megabit di qualità, a 6 Megabit o oltre, hanno solo una scelta: usare Dslam propri, che supportino i nuovi standard Adsl. Con le Adsl acquistate all’ingrosso sono costretti però a usare Dslam e listino di Telecom Italia; possono fare di testa propria solo nelle aree raggiunte dal loro unbundling.
Ecco quindi che Tiscali offre l’Adsl 2 soltanto al 40 per cento circa degli utenti coperti da Adsl di Telecom, con l’obiettivo di raggiungere il 50 per cento entro fine anno. MC-link soltanto a Roma, “al 95 per cento dell’utenza all’interno del raccordo anulare. Stiamo pensando di andare in altre città nel 2006, a partire da Milano”, dice Veneziani. È stato un investimento notevole, per MC-link, già coprire Roma: ha speso 3,5 milioni di euro, poiché ha voluto comprare la fibra, invece di noleggiarla. Tiscali e Wind usano fibra in parte propria e in parte noleggiata; Fastweb solo fibra propria. La fibra ottica è la spina dorsale delle reti alternative, fornendo la banda di backhauling (di trasporto). “Usando fibra di proprietà possiamo illuminarla a piacimento, a seconda delle nostre esigenze del momento. Adesso la sfruttiamo a 8 Gbps”, dice Veneziani. Quando Tiscali e MC-link hanno cominciato a fare unbundling, c’era già l’Adsl 2 Plus e quindi hanno montato Dslam che la supporta. I due operatori hanno scelto la stessa marca di Dslam: Utstarcom. L’intero loro network unbundling può offrire, in teoria, l’Adsl 2 Plus.
Diverso è il caso di Wind, che è partita prima con l’unbundling e quindi si è trovata poi a dover convertire i propri Dslam centrale per centrale. Operazione onerosa, ma necessaria per offrire le Adsl a velocità superiore ai 6 Mbps. È ancora in corso d’opera, sicché Wind offre la nuova Adsl 12 Mbps “nelle principali città italiane” (non sono disponibili ulteriori dettagli sulla copertura), mentre il suo unbundling copre il 35 per cento della popolazione.
Secondo quanto comunicato in precedenti interviste , i Dslam Adsl 2 Plus a settembre erano in 350 centrali sulle 500 raggiunte da unbundling di Wind. Quelle centrali sono pronte all’Adsl 2 Plus, ma le offerte sono tarate sugli standard di velocità Adsl 2, così come hanno deciso di fare MC-link e Tiscali. Le linee degli utenti negoziano insomma la connessione allo standard Adsl 2 e non sfruttano appieno i vantaggi dell’Adsl 2 Plus.
In questo quadro, è una piccola eccezione Unidata , che a giugno ha creato, su Roma, un network in unbundling dotato di Dslam Adsl 2 Plus: “anche se l’offerta non è in listino, vendiamo connessioni a 16 Mbps”, dice a Punto Informatico Roberto Venerucci, direttore marketing di Unidata. Costano 6 euro al mese in più rispetto alle offerte a listino che, a parità di altre caratteristiche, arrivano a 8 Mbps. Si parte da 40,8 euro al mese IVA inclusa per una connessione 16 Mbps, con 32 Kbps garantiti, un numero geografico e un router Wi-Fi Alcatel a noleggio inclusi nel canone (tra gli altri servizi). A 8 e a 16 Mbps è possibile andare solo se si è di Roma; “nei primi mesi del 2006 contiamo però di arrivare anche a Napoli e a Bologna”.
Non è corretto tuttavia descrivere questo passaggio dall’Adsl all’Adsl 2 Plus solo in termini di maggiori velocità raggiungibili. È un’evoluzione a tutto tondo. L’Adsl 2 Plus include caratteristiche che migliorano la qualità della connessione.
Lo spiega Podda: “C’è più potenza di segnale, cambiano le frequenze, quindi è maggiore la copertura. A parità di distanza dell’utente dalla centrale, l’Adsl 2 Plus dà velocità maggiori rispetto a quelle raggiungibili con l’Adsl 1. E a parità di velocità configurate, l’Adsl 2 Plus permette di coprire una maggiore lunghezza di doppino”.
Per esempio, un’Adsl che adesso stenta a raggiungere i 4 Mbps potrebbe arrivarci senza problemi quando sarà servita tramite Dslam Adsl 2 Plus. “Il nuovo standard migliora anche la stabilità della linea”, dice Podda. È tipico delle offerte dotate di molti megabit, infatti, che la velocità di portante Adsl oscilli nei vari momenti della giornata. Incidono le condizioni meteorologiche e il rumore causato dagli altri utenti in ambiente cavo. Quando cambiano le condizioni, diventando più sfavorevoli, la linea deve negoziare una velocità più bassa per restare attiva.
“Con l’Adsl 1 questo passaggio è causa di instabilità della connessione. La rinegoziazione della velocità fa cadere la linea per circa un minuto. Si sgancia e si aggancia di nuovo. Con l’Adsl 2 Plus, invece, la rinegoziazione è fatta in tempo reale, senza perdita del link”. “Inoltre – continua Podda – i nuovi Dslam danno agli operatori funzioni aggiuntive che permettono di monitorare meglio la linea del cliente e quindi di intervenire con maggiore efficienza in caso di problemi”.
L’utente ha bisogno di un router che supporti l’Adsl 2 Plus per godere di questi vantaggi. Tiscali consiglia i modelli Utstarcom (che noleggia), Aethra, Xavi; agli utenti VoIP fornisce quello Pirelli.
“Ormai costano quanto quelli Adsl 1”, dice Podda. “Alcuni produttori, inoltre, si stanno organizzando per fare un upgrade dei router Adsl 1 già installati, grazie a un semplice aggiornamento del firmware. Così l’utente non dovrà acquistare un nuovo router”. Se si usa un router Adsl 1, il Dslam concede la connessione ma riduce automaticamente la velocità fino ai limiti supportati dallo standard. Questa evoluzione Adsl ha un rovescio della medaglia: soltanto una parte degli utenti italiani potrà goderne. Per prima cosa, sono esclusi dalla novità coloro che non sono coperti da unbundling degli operatori. Saranno circa il 40-50 per cento degli utenti nel 2006. Quando Telecom Italia lancerà offerte Adsl 2 Plus, rinnovando i propri Dslam, la situazione migliorerà; ma non di tanto. Tutti gli operatori potranno avere offerte a 10-20 Mbps, perché le acquisteranno all’ingrosso da Telecom; la copertura non sarà però, nel medio periodo, pari a quella dell’attuale Adsl.
Negli ultimi piani industriali Telecom Italia ha infatti annunciato che coprirà, a partire da fine 2005, il 50 per cento della popolazione con Dslam Adsl 2 Plus. Il problema è che si tratta di un’operazione costosa: bisogna buttare i vecchi Dslam (difficile riciclarli) e comprarne nuovi. Anche un operatore come Telecom preferisce farlo solo nelle centrali più importanti, da cui pensa di avere un ritorno economico adeguato.
Insomma, i piccoli centri abitati non vedranno tanto presto le Adsl con molti megabit. Non solo. Anche una quota di utenti, in teoria coperti da Adsl 2 Plus, non potrà raggiungere le velocità promesse, a causa di doppini troppo lunghi o usurati.
“L’80 per cento degli utenti che ha scelto Adsl a 6 o a 12 Mbps riesce a raggiungere queste velocità”, dice Podda. Quanti utenti saranno esclusi dalle future Adsl a 24 Mbps? “Meno del 20 per cento, poiché a quel punto avranno tutti un router Adsl 2 Plus e quindi potranno godere della maggiore copertura del segnale concessa dal nuovo standard”. Fortuna vuole che i doppini italiani siano piuttosto corti, ossia la distribuzione delle centrali per abitante sia piuttosto capillare, rispetto alla media europea: in media sono lunghi 1,5 chilometri, nei centri non piccoli. È una lunghezza che permette di raggiungere i 24 Mbps senza problemi, secondo le specifiche dello standard; a meno che i doppini non siano usurati o non intervengano altri fattori che ne peggiorino la qualità. Nei centri minori, ai margini della copertura Adsl 2 Plus degli operatori, è probabile però che questi problemi saranno più frequenti. I doppini sono infatti più lunghi, perché le centrali sono meno capillari, nelle aree periferiche.
“Non abbiamo voluto lanciare un’Adsl a 12 Mbps, ma ci siamo fermati a 10 Mbps”, dice Veneziani, “appunto per una questione di serietà. Volevamo vendere solo velocità che eravamo sicuri di poter davvero offrire, sui doppini romani”. Anche un operatore come MC-link, che ha investito in Adsl 2 Plus, preferisce mantenersi prudente.
In sostanza, anche attraverso le parole degli stessi operatori, se ne ricava una sensazione: l’Adsl 2 Plus promette bene, ma non si sa ancora bene che cosa e a quanti lo prometta. Un’evoluzione importante, ma immersa nella nebbia delle incognite.
Alessandro Longo