Roma – Un CD distribuito da Sony con una tecnologia DRM altamente invasiva: questo il nocciolo di un vero e proprio scandalo che sta montando in rete sui sistemi di Digital Rights Management e dove si stanno spingendo. In quel CD, Get right with the man dei fratelli Van Zant, il celebre informatico Mark Russinovich ha trovato qualcosa che non si sarebbe mai aspettato.
In buona sostanza il DRM utilizzato per proteggere quel CD dalla copia, secondo Russinovich, infila nel PC del software che non può essere rimosso senza compromettere il sistema , software di cui non si ha traccia alcuna né nella licenza del CD né in altra documentazione.
Scrive Russinovich: “Non solo Sony ha infilato nel mio sistema del software che utilizza tecniche abitualmente utilizzate dal malware per mascherare la propria presenza, ma si tratta di software scritto male che non offre strumenti per la disinstallazione”.
Il problema non è tutto qui. Come descritto in una dettagliatissima analisi condotta dallo stesso Russinovich sui meccanismi di funzionamento di quel software, il suo improvviso apparire in certe aree del sistema, apparizioni che potrebbero essere scambiate per la comparsa di trojan e malware simili, potrebbe indurre un utente meno smaliziato a cancellare i file mascherati . Se questo accadesse, però, le funzionalità di Windows di supporto al CD verrebbero compromesse impedendo da quel momento in poi all’utente stesso l’accesso al proprio hardware. “La maggior parte degli utenti che dovessero inciampare nei file nascosti – scrive Russinovich – manderanno in tilt il proprio computer se faranno l’ovvio tentativo di cancellarli”.
Una situazione clamorosa, potenzialmente legata al fatto che quel DRM è sviluppato da una società partner di Sony sui cui processi produttivi il colosso giapponese potrebbe non avere un pieno controllo tecnico. Ma è inevitabile che in queste ore in molti si chiedano se questo non sia solo il primo passo di una nuova generazione di tecnologie di controllo studiate per manipolare il personal computer ad insaputa del suo proprietario.
Fino a questo momento Sony non ha espresso commenti sulla vicenda.