Attenti, la Tv via P2P è in pericolo

Attenti, la Tv via P2P è in pericolo

di Luddist - Nei piani alti si inizia a parlare delle piattaforme che svecchiano la Tv e la portano nel nuovo millennio: piattaforme che danno fastidio a chi è abituato a controllare il mercato canale per canale
di Luddist - Nei piani alti si inizia a parlare delle piattaforme che svecchiano la Tv e la portano nel nuovo millennio: piattaforme che danno fastidio a chi è abituato a controllare il mercato canale per canale


Roma – Si respira ostilità contro la televisione via peer-to-peer negli uffici delle grandi emittenti che operano in Italia: le piattaforme che puntano sull’autoproduzione e la distribuzione online di contenuti televisivi hanno iniziato a dar fastidio . Basta farsi un giretto ai piani alti o chiacchierare con chi se ne intende per capire che i grandi nomi della televisione non hanno alcuna intenzione di star fermi a guardare nuove piattaforme, e nuove filosofie, che crescono e si sviluppano assieme alla rete.

Non è certo una novità che le emittenti siano preoccupate della circolazione senza alcun controllo di loro prodotti sulle reti del peer-to-peer. Ma è una novità emergente l’uso sempre più intelligente che viene fatto del P2P per dar vita a progetti di produzione collaborativa , di distribuzione e diffusione di contenuti che sono sì televisivi, ma che sono fatti per essere fruiti spesso e volentieri in streaming proprio grazie alla banda larga. E molto spesso gratuitamente.

Nel mirino, dunque, progetti online che oggi rappresentano l’avanguardia della nuova televisione , fin qui poco esplorata dai grandi nomi che dominano il mercato televisivo italiano (nel Regno Unito, invece, ci sta pensando la BBC ). Laboratori che possono oggi attirare talenti in erba e già domani, visti i ritmi con cui si muove il mondo del digitale, importanti investimenti.

I rumors raccolti da Punto Informatico in questi giorni confermano che in un prossimo futuro potrebbero essere tentate nuove cieche azioni di censura da parte di player che hanno tutto l’interesse a mantenere il più rigido controllo sulla circolazione di contenuti audiovisivi. E, vogliamo scommettere?, quando partiranno le prime azioni repressive si parlerà di nuovo di proprietà intellettuali violate, di diritto d’autore e responsabilità di chi realizza uno strumento, e non di chi lo usa. E’ un walzer già visto in cui da anni si esibiscono, mano nella mano, Industria e Legislatore.

Ma se oggi è difficile prevedere tempi e modalità della reazione all’afflato liberatorio che permea le nuove piattaforme, quel che è certo è che queste sono il frutto non solo della tecnologia ma soprattutto del modo in cui questa influisce sulle personalità più creative e su ciò che, del nuovo , diventa opportunità. La Tv via P2P non è che l’ennesimo segno di una rivoluzione culturale già in atto. Se piuttosto che comprenderla, cavalcarla e farla propria alcuni preferiranno davvero la censura, allora ne scorreremo le generalità: saranno loro i primi a rimanere a terra mentre il razzo dei nuovi media si librerà verso il cielo.

Luddist

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Pubblicato il 8 nov 2005
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