Washington (USA) – Premiato da George W. Bush con un alto riconoscimento istituzionale e nuova autorevole voce per conto di Google , Vint Cerf ha iniziato la sua carriera da pandita tecnologico inviando una lettera all’attenzione della camera bassa di Washington: il tema, attualissimo, è il mantenimento della neutralità di Internet .
Nella missiva, pubblicata sul blog ufficiale di Google , il celebre inventore del protocollo TCP/IP si è esposto in una critica pungente dei rischi connessi ad una eccessiva cappa normativa che regoli, pianifichi e limiti le dinamiche della Rete.
Quello che può sembrare ovvio a chi conosce la rete è sempre più spesso dimenticato, o semplicemente rifiutato, da chi si trova a creare normative che in tutto il Mondo, ormai da tempo, impattano direttamente sulla libertà degli utenti e persino sul ruolo dei fornitori di connettività. “Il grande impatto sociale ed economico del successo di Internet”, sostiene infatti Cerf, “è dovuto alla sua stessa architettura: Internet è nata per non avere nessun tipo di controllore che ne vigili i servizi ed i contenuti”. Il processo di passaggio ad un “nuovo ambiente a banda larga”, sottolinea lo scienziato, “significa che serve un tipo di controllo leggero”.
“Internet, così come la conosciamo”, continua nella lettera, “è riuscita a portare grandi innovazioni tecnologiche perché non esiste alcun filtro tra due punti della Rete”. “Le leggi e le nuove norme messe a punto dalla commissione sulle telecomunicazioni del parlamento dagli Stati Uniti”, conclude, “mettono a rischio il futuro del network”.
Cerf si augura che il governo, gli ISP ed i grandi soggetti economici “possano continuare a prosperare grazie ad Internet”: per raggiungere questo obiettivo bisogna sperare nella neutralità dei governi ma soprattutto “degli stessi fornitori di accesso alla Rete”. La critica del superesperto è un affondo contro le recentissime disposizioni del governo statunitense in materia di intercettazioni , previste in numero sempre più numeroso su tutti i nuovi mezzi di comunicazione interpersonale. Disposizioni che, come accade sempre di più anche in Europa e nel nostro paese, tendono a trasformare i provider in poliziotti .
Un’analisi pungente, contemporaneamente bilanciata sulla difesa della posizione di Google e sulla tutela del futuro di tutta Internet: il signor TCP/IP spera nel “minimo intervento possibile” da parte di controllori e pianificatori, pubblici o privati che siano. Parole importanti, evidentemente, che confliggono però con una attualità pesante , in cui nel nome della Sicurezza si vorrebbe blindare il libero flusso dei bit.
Tommaso Lombardi