La Cina contro i venditori di Luna

La Cina contro i venditori di Luna

Commercio via Internet? Si vendono anche appezzamenti... lunari. L'unica agenzia immobiliare lunare viene fermata da Pechino: attività illegale e contraria agli interessi dello Stato
Commercio via Internet? Si vendono anche appezzamenti... lunari. L'unica agenzia immobiliare lunare viene fermata da Pechino: attività illegale e contraria agli interessi dello Stato


Pechino – La corsa per la conquista dello Spazio, carta più che mai fondamentale nella sfida tecnologica tra grandi superpotenze, può avere anche dei risvolti al limite del tragicomico. Come, per esempio, pretese speculative private sulle sterminate pianure desertiche della Luna, che molti sperano ricche di minerali ed elementi rari.

Un’azienda nata negli USA, la Lunar Republic Society , ha recentemente iniziato la vendita di appezzamenti lunari attraverso una filiale di Pechino, nel cuore pulsante della Cina che guarda allo spazio . Poche decine di euro per acquistare un ettaro nel Mare della Tranquillità , comprensivo di diritti per lo sfruttamento minerario dell’area.

“Un investimento per il futuro”, sostengono i portavoce della Lunar Republic Society, “destinato ad avere un valore sempre maggiore nel tempo”. Stando alle dichiarazioni del fondatore dell’agenzia, Dennis Hope, “tre milioni e mezzo di persone negli ultimi anni hanno acquistato proprietà lunari”, compreso “Ronald Reagan, Jimmy Carter e molti personaggi del mondo dello spettacolo”.

Il governo cinese ha immediatamente messo al bando le attività dell’insolita agenzia immobiliare extraterrestre , accomunandola alle tante altre vendite truffaldine ideate da certi commercianti geniali e spregiudicati: certificati di proprietà per la fontana di Trevi, l’aria di Napoli, le stelle nel cielo.

Secondo i portavoce della Lunar Republic Society si tratta di una “vendita perfettamente regolare, conforme alle regole delle Nazioni Unite sullo sfruttamento lunare”, note come Trattato sullo Spazio e voluto da USA, Regno Unito ed Unione Sovietica durante gli anni caldi della guerra fredda. Dennis Hope e soci sono convinti che un cavillo nel trattato internazionale garantisca diritti di proprietà privata ai singoli individui, così come alle aziende, escludendo soltanto ogni tipo di proprietà statale : una situazione in netto contrasto con il capitalismo di stato cinese.

L’agenzia Xinhua , organo ufficiale della Repubblica Popolare, non ha esitato ad etichettare le rocambolesche idee di Hope come “totalmente illegali e causa di malessere per la società, in quanto contrarie ai principi d’ordine economico e statale”. L’agenzia immobiliare, costretta a fare i conti con gravi accuse di frode , ha subìto il ritiro delle licenze commerciali precedentemente ottenute dall’amministrazione di Pechino.

La vendita di terreni lunari continua comunque a gonfie vele, nonostante l’opposizione della Cina: Lunar Republic Society è completamente basata su Internet e sfrutta il web per la vendita dei propri particolarissimi “beni spaziali”. Alcuni esperti intervistati dal China Daily hanno comunque ribadito che “si tratta di una vendita illegittima, visto che nessun individuo può reclamare diritti sulla Luna: solo gli Stati possono farlo”.

Il divieto delle autorità cinesi potrebbe nascere da un preciso piano espansionistico al di là dell’atmosfera terrestre, comprensivo della creazione di basi lunari dopo il 2020, annunciata dopo il compimento dell’ ultima missione spaziale Shenzhou . La Repubblica Popolare, stando alle speculazioni di alcuni osservatori internazionali, non ha firmato il Moon Treaty e pertanto non sarebbe vincolata alle decisioni delle Nazioni Unite sulla colonizzazione dello spazio.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
16 nov 2005
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