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Open source, ovvero a codice aperto. OpenOffice.org, per gli amici OOo, è un progetto aperto che va avanti da molti anni (qui la storia, su Wikipedia) e che partì dalle “ceneri” di StarOffice, una suite per ufficio tedesca e proprietaria che fu acquisita dalla Sun Microsystem. Già nel 2000 il codice sorgente venne aperto e nacque la comunità OpenOffice.org, che si occupa dello sviluppo dei vari programmi che compongono la suite, la correzione di eventuali bug e l’implementazione di nuove caratteristiche, con il supporto di tantissimi sviluppatori e traduttori indipendenti nonché l’aiuto di aziende come Novell, Red Hat, Debian, Intel e tantissime altre.
Il risultato è un gruppo di programmi gratuito e a codice aperto, disponibile in 36 lingue e multipiattaforma per i sistemi più diffusi (Windows, Linux, OsX, Solaris, etc) ed oggi con pieno supporto oltre al PDF anche ai formati ” OpenDocument ” che vengono sempre più spesso preferiti ai formati proprietari da enti governativi e istituzioni pubbliche di mezzo mondo.
Le differenze tra un formato proprietario ed un altro “aperto” sono numerose e tra queste, ad esempio, la possibilità per programmi di ogni genere di gestire documenti creati con formati aperti evitando le limitazioni dei formati proprietari. Ma, soprattutto, ai formati aperti viene attribuita la “longevità” di un documento: un documento creato con uno standard “aperto” è potenzialmente immortale.
Volendo sintetizzare ulteriormente: se per aprire un documento creato con formato proprietario ed un programma proprietario, tra 20 anni, sarà obbligatoriamente necessario il programma proprietario che l’ha generato (che lo apre e modifica in un modo e secondo un codice che conosce soltanto chi ha scritto quel programma, insomma!) un documento “open” creato con uno standard “aperto” invece sarà potenzialmente utilizzabile e modificabile da chiunque, visto che le specifiche di quel documento, ed il modo in cui è possibile aprirlo e modificarlo ed i codici necessari per farlo, sono già oggi disponibili a tutti.
È sufficiente provare ad aprire un “doc” creato con Office2003 col bloc notes di Windows per rendersi conto di quanto e come molto spesso senza accorgersene… leghiamo le sorti e la longevità di un documento alla presenza o meno di un determinato programma ed il suo relativo acquisto e possesso.
Tutto questo, evidentemente, pressuppone delle scelte sia per chi utilizza questi programmi sia per chi li produce: lo scontro tra formati proprietari e formati aperti va ormai radicalizzandosi e non è un caso che anche colossi del calibro di Microsoft, storicamente legati ai formati proprietari, abbiano dato segno di valutare con attenzione questo genere di alternativa.
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OpenOffice.org quindi non è solo una suite per ufficio, è appunto una scelta.
La scelta, ad esempio, di cominciare a pensare che i propri documenti, tabelle, conti, presentazioni e lettere d’amore saranno sempre disponibili e consultabili, e che non saranno più legati ad una suite blindata e commerciale, che magari tra 10 anni non aprirà più quel tipo di documenti.
In pratica frasi come “Dannazione, dove ho messo il cd di Office21 per aprire sti documenti che Office 34 non mi apre più?” saranno un lontano ricordo per tutti gli utilizzatori di OOo.
In campo pubblico o istituzionale la questione è ancor più seria, perché si tratta ad esempio di operare la scelta “politica” di legare, o meno, la storia ed il passato di un archivio o di uno Stato ad una azienda (ed alla sua sorte!) piuttosto che affidarsi ad una comunità aperta ed in continuo sviluppo nonché a formati condivisi e sicuri, oggi perlopiù gestiti da software open source, il cui codice aperto è anche garanzia di trasparenza.
Quando si parla di scelta tra una suite come MS Office, caratterizzata da un altissimo numero di funzionalità e da una diffusione che la rende ancor oggi uno standard de facto , ed un prodotto come Open Office non si stanno solo mettendo sullo stesso piano due cose che sono in realtà molto diverse ma si rischia anche di cadere in una “guerra di religione” che non avvantaggia nessuno.
Non ha senso evidentemente confrontare un piatto di pasta offerto gratuitamente in una sagra (e sai quel che ci mettono dentro!) con una cena da 200 euro in un ristorante chic (e non sai quel che ci mettono dentro!). Entrambe riempiono lo stomaco (e a volte ci riesce meglio il piatto di pasta della sagra!) ma nascono e vengono distribuite secondo logiche differenti e destinate a pubblici differenti.
È la grande e definitiva scelta tra un sistema e dei formati aperti, ed un sistema e dei formati di cui conoscono i codici e le sorti solo i proprietari. È la scelta di creare documenti, d’ufficio e non, che siano o meno dipendenti e quindi legati al prodotto che li ha generati.
Ma anche la casalinga di Voghera, per scrivere le proprie ricette alle amiche o per tenere i conti di casa, può e deve scegliere tra una suite commerciale dal costo di qualche centinaio d’euro ed una suite gratuita come questa. Di OOo può godere anche una piccola azienda o il singolo professionista, oltre a tutti gli altri utenti comuni mortali che non vogliono o non possono spendere qualche centinaio d’euro, o che non vogliono ricorrere alle peraltro diffusissime versioni craccate, dunque illegali, delle suite commerciali.
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OpenOffice è liberamente distribuibile ed utilizzabile in qualsiasi ambito, casalingo o professionale, commerciale, governativo o educativo: a scuola, in vacanza, in albergo, in un posto di accesso pubblico, in biblioteca, in sexy shop o in centrale nucleare etc etc e può essere installato su tutte le postazioni che si vuole: farne CD distribuirli ad amici e parenti non costituisce un reato ed è anzi consigliato e desiderato da chi produce e promuove questo software.
OpenOffice.org consiste in un corposo download di qualche decina di megabyte (un paio d’ore di download per chi non ha Adsl, e per il quale è consigliabile un download manager o la versione BitTorrent per un download “a rate”).
La nuova versione è più piacevole nell’aspetto di quella precedente ed offre un mucchio di novità (vedi qui ), dispone di una interfaccia amichevole e intuitiva che rende disponibili anche procedure guidate per la creazione di documenti o di progetti, da quelli più semplici e comuni a quelli più complessi.
Oltre al citato formato “OpenDocument”, OOo esporta i documenti anche in formato PDF, ed è aumentata la compatibilità con i materiali prodotti con MS Office. Una ompatibilità che in realtà è in qualche modo già a doppio senso se si considera che OpenOffice2 può salvare documenti anche nei formati digeriti da Office (Word, Excel, Rtf etc) sebbene, e il programma avvisa l’utente, in fase di conversione a questi formati qualche regola di formattazione potrebbe andar perduta.
L’installazione richiede pochissimi minuti e propone la scelta dei vari componenti della Suite. La versione completa per Windows occupa circa 200 Mega di hard disk e crea un gruppo di programmi con tutti i collegamenti agli strumenti di OOo.
I cinque elementi principali della suite (Writer, Calc, Impress, Draw e Base) sono accessibili anche tramite il bottoncino “QuickStart” che si può piazzare vicino all’orologio di sistema e che consente di lanciare le singole applicazioni con un clic. Oltre a questi esiste anche il componente MATH che permette di creare equazioni e formule matematiche da utilizzare all’interno di presentazioni, fogli elettronici e documenti di testo.
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Open Office è composto da vari programmi, eccoli nel dettaglio:
BASE : il nuovo programma della famiglia dedicato alla gestione ed interazione con database Adabas D, Ado, Acess, MySQL e compatibile con lo standard ODBC e JDBC. Ma Base è dedicato anche a chi vuole creare da zero un archivio di qualsiasi tipo, sfruttando il “motore” HSQL che ora ruggisce all’interno della suite OpenOffice2, con procedure guidate, rapporti e tabelle.
DRAW : semplice ma completo programma grafico vettoriale, con molti strumenti per creare diagrammi di flusso e “illustrazioni” aziendali.
IMPRESS : presentazioni multimediali con animazioni ed effetti, dissolvenze
ed i due cavalli di battaglia recensiti in due schede a parte, nelle ultime pagine di questo articolo:
WRITER : il Word Processor, la VideoScrittura targata OpenOffice
CALC : il foglio di calcolo completo e flessibile, lo spreadsheet per tutti i gusti, il foglio elettronico di OpenOffice!
Per alcune funzioni OOo richiede la presenza di Java . Il progetto PLIO , che si occupa della traduzione dei dizionari e del programma, ha sempre bisogno di collaboratori e volontari. Beati gli uomini di buona volontà, perché grazie a loro è il futuro dei progetti “open”.
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a cura di Luca Schiavoni e Giulio Fornasar per PI Download