Bloccare le intercettazioni è facile

Bloccare le intercettazioni è facile

Una ricerca pubblicata da un esperto di sicurezza statunitense mette in luce alcune falle critiche nei sistemi utilizzati comunemente per intercettare le chiamate telefoniche. E ottiene grande risalto sui media
Una ricerca pubblicata da un esperto di sicurezza statunitense mette in luce alcune falle critiche nei sistemi utilizzati comunemente per intercettare le chiamate telefoniche. E ottiene grande risalto sui media


New York (USA) – Senza grandi strumenti e con poche conoscenze, un qualsiasi malintenzionato può scampare con efficacia al rischio d’essere intercettato telefonicamente. La notizia ha trovato spazio sul New York Times e riprende uno studio condotto da Matt Blaze, ricercatore informatico specializzato in telecomunicazioni. “Chiunque può avvalersi di queste contromisure devastanti che annullano il lavoro delle forze dell’ordine”, sostiene Blaze in uno studio che verrà pubblicato sul prossimo numero di Security&Privacy , la rivista ufficiale della IEEE Computer Society dedicata alla sicurezza digitale.

Blaze sostiene che si tratta di un fatto gravissimo , capace di avere “forti ripercussioni sul peso giuridico delle intercettazioni telefoniche”, nonché di “inficiare l’operato delle forze di polizia e di spionaggio”. La falla di sicurezza scoperta da Blaze interessa il 10% delle intercettazioni telefoniche , almeno negli Stati Uniti, ed è legato a doppio filo con il tipo di tecnologia utilizzata.

In pratica, spiega Blaze, per disattivare almeno i registratori remoti , occultati dall’altra parte della cornetta, basta avvalersi di un principio ben noto ai phreakers ed antico quanto il leggendario metodo della blue box per chiamare senza pagare: inviare un tono speciale che disattiva il sistema di sorveglianza telefonica.

Questo suono, chiamato in gergo tono-C , è lo stesso “fruscìo fastidioso che viene inviato dal telefono sotto controllo per indicare la fine della registrazione”, continua Blaze. Ricreando ad hoc il tono-C ed inviandolo tramite cornetta telefonica, conclude Blaze, “è possibile parlare senza correre il rischio di essere ascoltati e registrati”.

I sistemi d’intercettazione più vulnerabili, sottolinea il ricercatore, “sono quelli più antichi” che si connettono fisicamente alle linee telefoniche analogiche. Enti di primo piano come l’ FBI sarebbero a conoscenza di queste gravi falle che, secondo gli esperti governativi che stanno cercando di minimizzare le novità, “non destano particolari preoccupazioni”.

Questa è la situazione negli Stati Uniti. Ma cosa accade nel resto del mondo, specie nei paesi tecnologicamente meno avvantaggiati? Qual è l’impatto sull’affidabilità dei sistemi di sorveglianza remota? Se lo chiedono in molti, vista l’enorme importanza che alle intercettazioni viene attribuita dalle forze dell’ordine pressoché ovunque.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
1 dic 2005
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