Digital Universe, una Wikipedia D.O.C.G.

Digital Universe, una Wikipedia D.O.C.G.

I contenuti del nuovo super progetto di divulgazione informativa, denominato Digital Universe, saranno certificati da esperti e istituzioni scientifiche; il servizio sarà offerto in abbonamento
I contenuti del nuovo super progetto di divulgazione informativa, denominato Digital Universe, saranno certificati da esperti e istituzioni scientifiche; il servizio sarà offerto in abbonamento

Roma – Wikipedia , almeno come modello di diffusione informativo online, fa proseliti. All’inizio del 2006 Digital Universe tenterà di diventare il “public broadcasting del Web”, come lo ha definito Joe Firmage, fondatore del progetto insieme a Larry Sanger, storico sviluppatore di Wikipedia.

Firmage, che ha creato la nota società di consulenza USWeb , è sicuro del futuro successo di Digital Universe. “L’obiettivo è quello di diventare una valida alternativa rispetto a AOL e Yahoo. Invece di realizzare un contenitore di pagine Web vogliamo dar vita ad una sorta di archivio che contiene testi redatti da esperti e istituzioni mondiali affermate riguardanti ogni tipo di settore”, ha dichiarato Firmage.

Digital Universe, secondo il team di sviluppo, certamente avrà molto in comune con Wikipedia, ma si distinguerà per l’accuratezza dei suoi contenuti e la credibilità degli esperti che parteciperanno alla redazione dei testi. Infatti, sebbene l’ultima indagine condotta da Nature abbia confermato la qualità dei contenuti presenti su Wikipedia, e un livello di esattezza paragonabile alla storica Enciclopedia Britannica, il problema della revisione degli upload e della partecipazione anonima sembra essere ancora oggetto di critica. Tanto da far nascere il sito Wikipedia Class Action che permette la segnalazione delle inesattezze e dei testi diffamatori. Un progetto che ha come obiettivo, appunto, l’istituzione di una class action nei confronti della più famosa enciclopedia gratuita online.

La scelta di Firmage di non applicare un modello economico basato sulla pubblicità, però, è al momento il problema più urgente. “Stiamo cercando di siglare partnership con organizzazioni non profit, come NASA, American Museum of Natural History e U.C. Berkeley per vendere i contenuti Digital Universe ai loro membri. Gli abbonati pagheranno quanto un normale accesso online, ma potranno essere certi che una parte dei loro esborsi andranno a finire nelle casse delle suddette organizzazioni”, ha spiegato Firmage.

In passato alcuni progetti analoghi erano naufragati proprio per questioni finanziarie. Sanger e Jimmy Wales, fondatori di Wikipedia, avevano tentato con Nupedia , ma non erano riusciti a raggiungere un’audience sufficiente e un’offerta di contenuti adeguata. “Siamo di fronte ad una svolta. Ci saranno contenuti su ogni argomento realizzati e supervisionati da esperti. La partecipazione sarà aperta anche al pubblico, ma controllata. Si disporrà così di un’enciclopedia, ma anche di libri di pubblico dominio, articoli e naturalmente forum”, ha spiegato Sanger. “Istituiremo un sistema di certificazioni che permetterà agli utenti di valutare la credibilità dei contenuti editoriali. La professionalità e i riconoscimenti accademici degli esperti saranno un elemento chiave”.

Wales ha già dichiarato di considerare il progetto Digital Universe sicuramente interessante. “La nostra è una comunità online e certamente non pensiamo in termini di competizione o complementarietà. Sembra una bella cosa per il Web, ma non ci riguarda più di tanto”, ha dichiarato Wales.

Digital Universe sarà basato su una struttura a portali tematici. Inizialmente non più di una dozzina, ma ogni due/tre settimane si andranno ad aggiungere nuove categorie. “E’ certamente la prima risorsa informativa online che combina l’attendibilità e l’autorevolezza di una rassegna e governance scientifica con la forza della collaborazione online; il tutto completamente gestito da una valida piattaforma tecnologica”, hanno scritto in un comunicato i rappresentanti del Environmental Information Coalition , un’organizzazione che raccoglie ricercatori e scienziati impegnati nella divulgazione scientifica non profit.

Digital Universe è pronto ad accogliere nuovi contenuti. Chi ha i numeri, si faccia avanti.

Dario d’Elia

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Pubblicato il
20 dic 2005
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