Tokyo – Un braccio metallico di ottanta centimetri ed un cervello elettronico in grado di tradurre il giapponese in linguaggio segnico : si tratta del nuovo automa messo a punto dalla comunità scientifica giapponese, presentato dal dipartimento scolastico della prefettura di Fukuoka.
La macchina, nata dal sogno di due appassionati di robotica, è il primo prototipo di un sistema automatico per facilitare la comunicazione tra bambini affetti da problemi auditivi. Partorito dalle geniali menti di Keita Matsuo e Hirotsugu Sakai, entrambe insegnanti elementari, il robot in alluminio capisce circa 50 suoni differenti.
Naturalmente, il progetto è soltanto all’inizio del suo sviluppo: attualmente, la macchina riesce a tradurre con successo soltanto una dozzina di frasi semplici. Equipaggiata con una serie di micromotori , la mano artificiale dell’automa articola con scaltrezza le parole, seguendo in modo preciso i suoni di un interlocutore.
Lo Yomiuri Daily indica il progetto come “rivoluzionario”, già acclamato dalla pubblica amministrazione come “un metodo alternativo per favorire il lavoro degli insegnanti con i bambini audiolesi”. I creatori del robot sono riusciti ad assemblare il prototipo in appena due mesi, dopo aver studiato un libro sul linguaggio segnico.
“Volevamo capire se fosse possibile utilizzare un robot per usare questo linguaggio”, sostiene Matsuo. In futuro, fanno sapere i due progettisti, l’automa verrà dotato di una nuova unità per il riconoscimento vocale. L’obiettivo è di raggiungere un alto livello di efficacia , capace di rendere la macchina particolarmente utile in tutte le strutture pubbliche.
Tommaso Lombardi