Italia, più banda larga che stretta

Italia, più banda larga che stretta

Il sorpasso è avvenuto l'anno scorso, secondo quanto riferito dal ministro Stanca in occasione della conferenza OCSE sul futuro dell'economia digitale. Ma si calcola anche il DTT. Funziona il VoIP, tirano file sharing e blogging
Il sorpasso è avvenuto l'anno scorso, secondo quanto riferito dal ministro Stanca in occasione della conferenza OCSE sul futuro dell'economia digitale. Ma si calcola anche il DTT. Funziona il VoIP, tirano file sharing e blogging


Roma – L’offensiva sul fronte della banda larga, ancorché segnata dalle ADSL a consumo , ha fatto sì che nel 2005 si sia verificato il sorpasso degli utenti che accedono con sistemi broad band su quelli che devono accontentarsi della banda stretta , come gli utenti delle dial-up tradizionali.

Ad affermare che il sorpasso si è verificato nonostante i perduranti problemi della copertura sul territorio dei servizi a banda larga, è stato ieri il ministro all’Innovazione Lucio Stanca, intervenuto nel corso della conferenza OCSE di Roma sul futuro dell’economia digitale.

A “tirare”, ossia ad interessare maggiormente gli utenti broad band più assidui, sono secondo Stanca servizi come il VoIP, la telefonia via internet, l’uso dei sistemi di file sharing, il blogging o il download di contenuti digitali. Attività che nei numeri formulati da IDC e presentati dal Ministro lo scorso dicembre sono state intraprese da 13 milioni di italiani , vale a dire il 66 per cento dell’utenza Internet attiva nel nostro paese.

Secondo Stanca, l’Italia manda segnali positivi sotto i due profili più importanti per l’avvento della Società dell’Informazione , vale a dire lo sviluppo di infrastrutture telematiche adeguate e l’approccio culturale degli utenti, capaci di sfruttare sempre di più i servizi messi a disposizione dai nuovi mezzi.

Sul fronte infrastrutture, ha spiegato Stanca, l’Italia dopo quattro anni di investimenti può contare su 6,8 milioni di “contatti” a banda larga , vale a dire 1482 per cento in più rispetto al 2001. Ma vola anche l’UMTS, considerato broad band anch’esso, salito del 2100 per cento rispetto al 2003. E viene messo nel computo anche il DTT : la televisione digitale terrestre è salita del 284 per cento nel 2005 rispetto al 2004.

Stando a quei dati, alla fine del 2005 i PC installati erano 15 milioni , il 45 per cento in più del 2001 e la diffusione dell’accesso alla rete nelle case è passata da 6 a 9 milioni di famiglie tra il 2001 e il 2005. In generale la percentuale dei navigatori che si collegano alla Rete tutti i giorni è aumentata nell’ultimo anno dal 26,6 al 35,3 per cento.

Stanca ha anche fatto riferimento, per quanto riguarda il broad band, ad una “crescita sostenuta da una vivace dinamica competitiva tra gli operatori di TLC che nel 2005 si sono contesi quote di mercato a forza di offerte sempre più convenienti”.

Ma la Conferenza di ieri è stata l’occasione per fare il punto sul fronte dei contenuti digitali . I dati presentati dal Ministro parlano di un +600 per cento nella vendita di musica online, un aumento dal 6,8 al 12,7 per cento negli utenti che comprano online e una crescita complessiva dell’e-commerce dai 16 miliardi di euro del 2001 ai 97 miliardi del 2005 (+500 per cento). “Aumenta pure la spesa per la sicurezza informatica di imprese e privati – sottolinea una nota del Dipartimento all’Innovazione -: +15 per cento nel 2005 sul 2004”.

Di seguito altre dichiarazioni del Ministro:
“Mentre negli anni scorsi nell’economia digitale erano centrali prima l’hardware e, poi, le infrastrutture, ora sono nodali i contenuti. Si è realizzata una convergenza tecnologica tra diversi settori: informazione, telecomunicazioni, televisione, radio, entarteinment etc., dando vita non solo a nuovi comparti industriali, ma anche a nuovi modelli di business.
Questo ha determinato nuovi problemi, come quello della tutela dei diritti della proprietà intellettuale. Si tratta, insomma, di conciliare la protezione e al contempo di favorire l’ampliamento degli accessi. Inoltre si pone la questione della regolamentazione di questa convergenza a trasversalità: ad esempio, a quale autorità è sottoposto un service provider Internet che diffonde telefonia, o una società televisiva che usa la Rete per divulgare i suoi programmi?
La nostra sfida è nei contenuti, ossia nell’arricchire le infrastrutture di contenuti e di arrivare ad una regolamentazione il più possibile armonizzata a livello internazionale. Sono fenomeni che sono nell’agenda dell’OCSE”.

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
1 feb 2006
Link copiato negli appunti