Chi vuole pagare per spedire email?

Chi vuole pagare per spedire email?

Partono AOL e Yahoo: chi vorrà raggiungere gli utenti bypassando i filtri antispam dovrà pagare per ciascuna email inviata. Le aziende rassicurano: in questo modo l'email torna ad essere quello che era. Ma è davvero così?
Partono AOL e Yahoo: chi vorrà raggiungere gli utenti bypassando i filtri antispam dovrà pagare per ciascuna email inviata. Le aziende rassicurano: in questo modo l'email torna ad essere quello che era. Ma è davvero così?


San Francisco (USA) – Si potrebbe definire come “posta elettronica prioritaria”, anche se qualcuno su Usenet già maligna e la chiama “spam autorizzato”: è il progetto annunciato da due dei maggiori player della rete, AOL e Yahoo , per far pagare le email commerciali .

L’idea di fondo, per molti aspetti già dibattuta ma mai introdotta su larga scala fino a questo momento, è di creare un percorso preferenziale autorizzato per un certo tipo di posta elettronica, in particolare quella indirizzata da parte di aziende agli utenti AOL e Yahoo, un genere di email che non passerà per i filtri antispam raggiungendo direttamente le caselle degli utenti.

Stando al progetto, a cui il New York Times dedica un lungo intervento, le società che intendono comunicare direttamente e senza filtri con gli utenti dovranno pagare una sorta di francobollo digitale il cui prezzo varierà da un quarto di centesimo ad un centesimo di dollaro.

Una “tassa” che entro qualche mese verrà richiesta per tutte le email, sia quelle facenti parte di un invio di massa , ad esempio di una proposta commerciale avanzata a migliaia di utenti, sia quelle a sé stanti, come ad esempio la comunicazione di variazioni delle offerte e promozioni da parte di fornitori di servizi.

Non si tratta di “legalizzare lo spam”, a sentire le due società, quanto invece di consentire, a chi comunica nel rispetto della legge contro gli abusi via email, di non sottostare alle forche caudine dei filtri antispam, sistemi di selezione delle mail in arrivo che ogni giorno scartano, per conto degli utenti delle due net company, milioni di messaggi, recapitandone una parte consistente in una cartellina dedicata (“antispam”).

A garantire che non si tratta di spam, specificano Yahoo e AOL, il fatto che in caso di contestazione le imprese che utilizzano il servizio dovranno dimostrare che l’utente che ha ricevuto una loro comunicazione ha dato il suo consenso . In caso di mancata autorizzazione, l’impresa sarà esclusa dal programma di certificazione.

“Il servizio postale (tradizionale, ndr.) – ha dichiarato un portavoce di AOL – offre un sistema molto simile, basato su opzioni differenziate. In questo modo, chi spedisce sa che se quello che spedisce è importante verrà consegnato e consegnato in un modo diverso dalle altre email”. Un’affermazione che ha contribuito a sollevare preoccupazione: in molti temono infatti che con il varo del nuovo sistema i filtri antispam, di fatto destinati a esaminare tutta la posta non pagata , possano essere “inaspriti” al punto da lasciar fuori anche email legittime, o altre email commerciali del tutto legali, trasformando quindi la “posta prioritaria” in un meccanismo di esclusione. I filtri antispam di AOL consegneranno la posta “non certificata” senza immagini e link inclusi nei messaggi.

Ad ogni modo, le email delle imprese che decideranno di pagare verranno recapitate nelle mailbox degli utenti con la dicitura “Email certificata”. La “certificazione” sarà attribuita di volta in volta da un partner di AOL, Goodmail Systems che si occuperà sia di verificare il mittente che di raccogliere il pagamento per l’invio.

Quella di AOL e Yahoo è evidentemente una scommessa che potrebbe rivoluzionarie le “economie” attorno alla posta elettronica. Se già da tempo alcuni provider di servizi ritengono che la spedizione di allegati voluminosi o di grandi quantità di posta elettronica dovrebbe essere pagata per l’uso che richiede delle proprie reti, le due net company si sono spinte ancora più in là. Dovranno non solo convincere le imprese a far uso del sistema, assicurandosi così profitti milionari sulle email , ma dovranno anche sperare che gli utenti apprezzino: c’è già chi ipotizza il fiorire di servizi email alternativi dedicati agli attuali utenti di AOL e Yahoo.

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Pubblicato il
6 feb 2006
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