Italia, banda larga contro il digital divide

Italia, banda larga contro il digital divide

Firmato un accordo a tutto campo tra comuni, provider e Anti Digital Divide: parte il progetto che punta a dare finalmente una risposta valida a quelle zone d'Italia in cui i servizi broad band non sono mai arrivati. La soluzione Include
Firmato un accordo a tutto campo tra comuni, provider e Anti Digital Divide: parte il progetto che punta a dare finalmente una risposta valida a quelle zone d'Italia in cui i servizi broad band non sono mai arrivati. La soluzione Include


Roma – Si aprono le porte alla speranza per quegli italiani, e sono tantissimi, che oggi non possono disporre di accesso a banda larga ad Internet. Un’ intesa programmatica di largo respiro è stata infatti firmata dall’ Associazione dei piccoli comuni italiani (ANPCI) , da alcuni provider di connettività wireless e dall’associazione Anti Digital Divide (ADD) .

Il progetto Include è pensato per creare una sinergia e una comunione di intenti tra enti locali e fornitori d’accesso, in modo tale da fornire ai discriminati del broad band , come sono stati definiti, la possibilità di accedere ai servizi di rete più avanzati, come il VoIP.

La Convenzione è stata firmata a Diano d’Alba, in provincia di Cuneo, ed è proprio da lì che, grazie all’intervento della Wave Tech , partirà il primo progetto, con infrastrutture broad band rese disponibili già nelle prossime settimane .

La chiave di volta sono evidentemente le tecnologie wireless, capaci di portare la banda larga anche in aree piuttosto ampie a costi non elevati: Include andrà a prelevare la banda dalle dorsali esistenti e la distribuirà tramite Wi-Fi . “L’80% dei comuni del cuneese – spiega ADD ? sono piccoli comuni e la quasi totalità di essi è discriminata dall’accesso alla banda larga, ma con le antenne in progetto il broad band potrà raggiungere tutti i comuni in difficoltà potendo così garantire una nuova importantissima risorsa per zone a grave rischio di depauperamento economico nonché socio/culturale”.

ADD ha tenuto a sottolineare che l’iniziativa è aperta all’ intero territorio italiano , in quanto “un utente su tre è escluso dai benefici offerti dalla banda larga”. Si tratta dunque di un modello esportabile che da questo momento può essere adottato da tutti i comuni interessati. Entro fine febbraio, inizi di marzo, vedrà così la luce una cooperativa per la promozione e il coordinamento delle installazioni wireless, uno strumento che potrebbe anche raccogliere contributi europei che dovrebbero essere oggetto di un prossimo bando, con la conseguenza di una possibile accelerazione degli obiettivi di Include .

“Il cantiere – spiega ADD – è aperto. L’ANPCI ha offerto la propria disponibilità, i provider hanno acconsentito ad un tavolo d’incontro per un concordato preventivo, le istituzioni regionali hanno promesso cospicui investimenti ed hanno offerto il proprio placet all’iniziativa. Tutti i comuni interessati possono ora rivolgersi all’ADD per eventuali informazioni facendo in modo che la propria cittadinanza abbia la possibilità di accedere a tutti quei servizi che (…) sono già accessibili dall’ Italia di serie A rappresentata dalle zone già raggiunte dalle dorsali di rete esistenti sul territorio”.

Va detto che sono molti gli utenti Internet italiani in banda stretta che nel tempo hanno segnalato a Punto Informatico di aver raccolto firme nel proprio comune e di averle trasmesse a Telecom Italia e agli altri operatori, sperando di indurli ad investire in aree fin qui ritenute troppo poco profittevoli. Tentativi andati perlopiù a vuoto ma ora, con il progetto Include, l’iniziativa dei residenti dei piccoli comuni potrebbe rivelarsi vincente: l’interessamento delle autorità comunali e la collaborazione di ADD con Include sembra aprire una nuova stagione di opportunità anche per una serie di operatori Internet a caccia di nuove nicchie di mercato. Sperare diventa finalmente lecito.

ADD ha predisposto un minisito dedicato al progetto

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Pubblicato il 8 feb 2006
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