Seoul – Palazzi, giardini e software open-source: il governo della Corea del Sud è pronto a staccarsi da Microsoft e costruisce un’apposita cittadella universitaria per valutare le potenzialità di Linux nella pubblica amministrazione. Il progetto, annunciato dal ministro per l’informatica Lee Do-Kyu, prevede la selezione di una città sul territorio nazionale e la conversione totale del suo apparato informatico pubblico.
“Servirà come banco di prova per scoprire come sfruttare al meglio un’alternativa sicura, pratica e conveniente agli altri sistemi operativi”, ha dichiarato Lee in un’intervista rilasciata ad Hankooki . I sistemi informatici degli uffici statali ed universitari della città selezionata dovranno migrare completamente verso Linux .
Un delicato processo che prevede la partecipazione di aziende private e ricercatori universitari, chiamati a trovare soluzioni personalizzate per le esigenze sudcoreane. In ballo ci sono le esigenze di un mercato dove Microsoft detiene il 99% del settore desktop e dove Linux ed altri SO open source costituiscono solo il 20% del settore server.
“Abbiamo bisogno di capire come trarre vantaggio dalle tecnologie open source se vogliamo essere competitivi con il resto del mondo”, fa sapere Ko Hyunjin dell’agenzia statale di promozione tecnologica. “Se rimaniamo preda dell’egemonia del software chiuso e partiamo da lì per produrre innovazione”, continua Ko, “non possiamo assolutamente andare avanti”.
Dopo la cosiddetta cittadella Linux , il governo sudcoreano lancerà un progetto per promuovere l’uso di software a codice aperto. “Sarà solo il primo passo per ottenere la flessibilità tecnologica a basso costo di cui abbiamo bisogno”, ha aggiunto il ministro Lee. Seoul fornirà sussidi per gli utenti interessati al mondo di Linux e finanzierà l’acquisto di PC equipaggiati con il sistema operativo del Pinguino.
Tommaso Lombardi