Londra – La distrazione , nemica numero uno di qualsiasi automobilista, non è mai stata in così buona compagnia: gli autoveicoli di oggi, ricolmi di gadget tecnologici talvolta persino superflui, offrono comodità che in qualche caso vengono accusate di provocare rischi, se non proprio danni tout-court. Tra questi ultimi dannosi strumenti di bordo ora viene inserito anche il navigatore satellitare , sempre più diffuso in mezzo mondo: grazie al ribasso costante dei prezzi non è più appannaggio esclusivo dei bolidi da milionario.
Una ricerca condotta da una importante compagnia assicurativa britannica, Privilege Insurance , suggerisce che l’uso di sistemi di navigazione GPS è più pericoloso che guidare consultando una tradizionale cartina stradale .
Un’affermazione vissuta come un assalto frontale all’industria di settore, capeggiata da marchi come Garmin e TomTom . Il motivo è ovvio: se le assicurazioni utilizzeranno la presenza o meno del GPS tra i parametri che definiscono il prezzo delle polizze assicurative il riverbero negativo sul mercato dei navigatori potrebbe rivelarsi pesantissimo.
Dalla ricerca, condotta su circa 2mila automobilisti, emerge che un guidatore su otto tende ad estraniarsi dal mondo circostante e fare affidamento soltanto sul navigatore, arrivando a “dimenticare” il mondo fisico che circonda la sua vettura. Inoltre, la lettura di informazioni sullo schermo dell’apparecchio, spesso di dimensioni ridotte, “ruba” mediamente all’automobilista circa 10 secondi d’attenzione : ad una velocità di marcia abbastanza sostenuta, come ad esempio sulle tratte autostradali, 10 secondi possono fare la differenza tra vivere e morire.
Il fatto che un guidatore su otto non abbia sufficiente buon senso per gestire il proprio dispositivo GPS ha già fatto saltare sulla sedia assicuratori di diversi paesi. Già alcune compagnie di assicurazione del mondo anglofono, dal Regno Unito agli USA, sventolano i risultati della ricerca minacciando di aumentare ulteriormente i premi assicurativi per chi possiede un navigatore.
Per i produttori di navigatori la questione è bollente: se oggi è vietato in molti paesi, tra cui l’Italia, utilizzare il cellulare alla guida con la motivazione che non consente di tenere entrambe le mani sul volante, non è difficile ipotizzare che a qualcuno venga in mente di proporre una normativa di divieto dei navigatori . Sebbene impopolare, una misura del genere potrebbe incontrare il favore proprio delle compagnie assicurative.
Tommaso Lombardi