Roma – Non c’è più tempo da perdere: nonostante il riuscito boicottaggio della famigerata direttiva sui brevetti del software, naufragata dopo anni di dura campagna inscenata da molti settori dell’informatica, e non solo, sale la tensione sulle nuove proposte in materia della Commissione Europea.
Alla fine del mese infatti si chiuderà la consultazione pubblica sui brevetti del software lanciata lo scorso gennaio dall’Esecutivo UE, e da lì è assai probabile che esca una nuova ipotesi di direttiva su un argomento che sembrava seppellito . A sollevare nuovi allarmi è ancora una volta Florian Mueller , notissimo per aver lanciato la campagna nosoftwarepatents.org che contribuì in modo determinante all’affossamento della direttiva spalleggiata dalle grandi multinazionali del software.
Nella traduzione parziale dell’appello di Mueller dell’italiano Davide Prina, che l’ha proposta alla comunità italiana di OpenOffice , si legge: “Quando la direttiva sui brevetti software è stata rigettata dal Parlamento Europeo la Commissione che l’aveva presentata aveva promesso che non avrebbe ripresentato più nessuna direttiva sullo stesso argomento. Purtroppo i brevetti software sono ancora nell’agenda politica di Bruxelles (…) Molti politici stanno nuovamente tentando di legalizzare i brevetti software in Europa”.
Sul suo blog , Mueller mette in guardia in queste ore l’intera comunità informatica europea. E ha rilevato come le modalità di partecipazione alla consultazione appaiano studiate per impedire una forte mobilitazione da parte di singoli individui: “Per partecipare – spiega Mueller – occorre studiarsi centinaia di pagine di proposte normative e di documentazione collegata”. Per riuscire comunque a dare un forte segnale alla Commissione, Mueller ha messo a disposizione un proprio documento con cui “ciascuno può realizzare il proprio contributo e scrivere all’Unione Europea”.
La paper di Mueller, disponibile qui in pdf, rappresenta, secondo il celebre sostenitore della libertà di sviluppo, la risposta a quattro delle cinque sezioni del questionario realizzato dalla Commissione. “La quinta sezione – spiega – contiene altre domande di carattere generale, alle quali tutti possono liberamente rispondere, ma non è un problema se non ci si riesce per mancanza di tempo”.
Quella di Mueller è dunque la prima vera chiamata alle armi contro quella che si prospetta come una nuova pesante offensiva della grande industria di settore per introdurre anche in Europa, come già negli Stati Uniti, una normativa che consentirebbe di brevettare il software, con conseguenze immediate sulle possibilità di sviluppo da parte delle realtà, o dei singoli sviluppatori, che non possono permettersi di gestire un ampio portfolio di brevetti.
Il testo di Mueller, disponibile anche in un abstract (in pdf), può dunque essere utilizzato da chiunque intenda esplicitare subito, prima della scadenza della consultazione, la propria posizione in materia di brevetti sul software. Un invito evidentemente esteso non solo ai singoli individui ma anche alle organizzazioni, enti ed imprese che si sentono minacciate da uno scenario di questo tipo. Sul blog di Mueller tutte le istruzioni per partecipare alla consultazione pubblica, la cui pagina ufficiale è qui .
L’appello di Mueller trova terreno fertile: Foundation for a free information infrastructure (FFII) ha già realizzato una pagina dedicata che, tra l’altro, denuncia proprio le modalità della consultazione: “FFI ha inoltrato delle osservazioni sulla procedura di consultazione, in particolare circa la mancanza di trasparenza e di accessibilità”. A chi vuole esprimere gli stessi dubbi alla Commissione, FFII mette a disposizione una serie di strumenti conoscitivi e di comunicazione.
Da segnalare infine che della trasparenza delle istituzioni europee si stanno lamentando in tanti in queste ore anche per un’altra ragione che riguarda proprio Florian Mueller: in particolare quelli di Truth50.com hanno lanciato una mobilitazione sull’assegnazione dell’award “Europeo dell’anno”, a cui era candidato lo stesso Mueller. Un riconoscimento che è andato però al primo ministro del Lussemburgo senza che, questa l’accusa, vi fosse una qualsiasi trasparenza sul numero di voti riportati da ciascun candidato e sulle procedure di assegnazione. Truth50, nella convinzione che avrebbe dovuto vincere il popolarissimo Mueller, ha così lanciato una protesta pubblica che invita ad informarsi sulla questione e a scrivere alla Commissione, affinché sia fatta chiarezza sul procedimento dietro il “premio” europeo.