Parigi – La riforma del droit d’auteur in Francia è ormai in dirittura d’arrivo e nella forma attuale potrebbe minimizzare l’impatto dei sistemi DRM adottati dall’industria multimediale per controllare le modalità di fruizione dei contenuti posti in vendita. Uno degli oltre 236 emendamenti approvati dall’Assemblea nazionale di Parigi garantisce infatti ai consumatori l’importantissimo diritto alla conversione dei formati digitali , così da rendere i cosiddetti Management des Droits Numériques totalmente fuori luogo.
“Eliminare le protezioni DRM non sarà più illegale ed i prodotti digitali potranno essere convertiti liberamente per essere compatibili con tutte le piattaforme di riproduzione”, ha dichiarato il parlamentare Christian Vanneste. Questo significa che il servizio iTunes di Apple , ad esempio, potrebbe trovarsi costretto ad aprire i formati dei contenuti in vendita, eliminandone la compatibilità esclusiva con i lettori della serie iPod ed il software FairPlay.
“I sistemi proprietari dovranno essere aperti”, ha voluto sottolineare Vanneste. L’obbligo di rispettare il criterio dell’ interoperabilità , secondo Dominique Richard dei neogollisti dell’ UMP , “fermerà questa situazione anomala, dove i contenuti sono ostaggio della tecnologia”. Richard è convinto che la riforma “promuoverà finalmente la creatività e tutelerà l’uso del software libero”.
I legislatori sembrano voler dare un segnale molto forte all’ industria della musica online , un settore molto importante per il paese (cresce di un 8 per cento all’anno), anche dando spallate sul fronte della concorrenza : alcuni emendamenti parlano infatti di apertura del mercato e maggiori possibilità per i produttori indipendenti.
La versione provvisoria del provvedimento introduce inoltre l’ ammenda una tantum per chi scarica illegalmente materiale protetto da Internet, pari a 38 euro . Il reato di condivisione abusiva di contenuti protetti, invece, verrà punito con una multa da 150 euro. Misure dunque assai meno drastiche di quelle approvate in Italia e in molti altri paesi.
La possibilità di punire i produttori di software P2P , invece, rimane ancora in ballo ed ha sollevato numerose polemiche: stando a quanto previsto dalla bozza, il produttore o il rivenditore di sistemi per la condivisione di contenuti protetti rischia fino a 300mila euro di multa e fino a tre anni di reclusione. Le Monde etichetta questo emendamento come una “farsa” per molte ragioni: da un parte potrebbe dare un contentino all’industria ma dall’altra difficilmente intaccherà le attività di chi nel mondo produce questo genere di software, peraltro utilizzato spesso e volentieri con finalità del tutto legali.
L’ approvazione definitiva della riforma sul copyright è prevista per il prossimo 21 marzo. Dopo circa 4 anni di dibattiti e proposte, la Francia avrà finalmente una legislazione sul diritto d’autore destinata ad essere un punto di rottura col passato, una legge sicuramente diversa da qualsiasi altra in vigore negli altri paesi occidentali. Se passerà mantenendo questo carattere è certo che peserà enormemente nel futuro orientamento dell’Europa comunitaria.
Tommaso Lombardi