Pedoporno web, parte l'assalto finanziario

Pedoporno web, parte l'assalto finanziario

Banche, società di credito, web company ed enti federali statunitensi hanno individuato nelle transazioni finanziarie il ventre molle del business più odioso: vede la luce la Financial Coalition Against Child Pornography
Banche, società di credito, web company ed enti federali statunitensi hanno individuato nelle transazioni finanziarie il ventre molle del business più odioso: vede la luce la Financial Coalition Against Child Pornography


Washington (USA) – Tutti uniti contro la pedopornografia online per tagliare le sue basi finanziarie, distruggere le economie delle organizzazioni criminali che lucrano sulle violenze ai danni dei più piccoli: questa la ricetta dell’ultima campagna che vede coinvolte agenzie federali statunitensi, società di servizi finanziari e organizzazioni per la protezione dei minori.

Financial Coalition Against Child Pornography (FCACP), un progetto di cui si parla da lungo tempo e che ora vede formalmente la luce, vuole colpire nel vivo un mercato che si ritiene abbia raggiunto un valore di 20 miliardi di dollari l’anno.

L’ultimo caso che ha visto l’utilizzo di un sistema di video-chat e streaming pedopornografico ha scosso l’opinione pubblica statunitense e consentito al progetto di decollare. La presenza di materiale di questo tipo, secondo le statistiche federali, riguarda nel complesso almeno 250mila siti Web, e nei prossimi cinque anni il mercato potrebbe raggiungere i 30 miliardi di dollari.

Per contrastare sul serio questo fenomeno, come già sostenuto da anni da diversi osservatori, è necessario colpire i mezzi di sostentamento, come i servizi di pagamento che consentono ai criminali di prosperare. Spesso si servono delle normali transazioni su carta di credito , come fossero normali operatori commerciali.

Il Senatore Repubblicano Richard Shelby, presidente del Senate Banking Committee , dopo aver approfondito con dati ufficiali la consistenza del problema, e le implicazioni finanziarie che portano in molti casi alla criminalità organizzata internazionale, si è fatto promotore del progetto. “Dev’esserci un modo per identificare chi compie queste azioni. Se le persone comprassero eroina e cocaina con la carta di credito tutti griderebbero allo scandalo. In questo caso è decisamente peggio, quindi bisogna reagire colpendo direttamente la rete economica”, ha dichiarato Shelby. Una strategia che ha convinto banche, società di credito (come Visa, MasterCard ed American Express), Web company e National Center for Missing and Exploited Children a unirsi per rispondere adeguatamente alla sfida lanciata dalla pedo-pornografia.

I membri di questa nuova coalizione hanno intenzione di condividere in maniera più efficiente tutte le informazioni finanziarie sospette . “Possiamo avere un grande impatto sulle risorse della pedopornografia; tagliando i fondi ci aspettiamo un ridimensionamento del loro potere. Uniti possiamo fare molto di più che singolarmente”, ha dichiarato Josh Peirez, responsabile della public policy di MasterCard . “La coalizione diventerà il punto di riferimento per l’archiviazione dei dati riguardanti il business della pedopornografia. Ad esempio una volta individuato un sito che contiene immagini vietate si potrebbe cancellare ogni transazione che lo riguarda, informare le banche, notificare agli altri operatori di credito quello che sta avvenendo e sostenere le autorità per un’eventuale azione legale”.

L’iniziativa ha già avuto prova che questo sistema funziona. Nel 2004, MasterCard, Morgan Stanley e Visa collaborarono con gli enti inquirenti per scardinare una rete pornopedofila che sfruttava la piattaforma Regpay. Il risultato si rivelò notevole nei numeri: 1.400 persone furono arrestate in un’unica azione coordinata.

Dario d’Elia

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Pubblicato il 21 mar 2006
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