Roma – Da giovedì scorso un celebre network di condivisione italiano è moribondo: Freeazzurra è infatti al centro di una inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza della Lombardia in materia di violazione del diritto d’autore. Una indagine di cui dà notizia la home page di Freeazzurra.com , attualmente sotto sequestro.
Dalla nota, affissa sulla pagina dalle Fiamme Gialle, si apprende che il sequestro del sito e le indagini fanno parte dell’operazione Wild Sharer . Contattata da Punto Informatico, l’autorità giudiziaria non ha al momento inteso rilasciare alcun dettaglio sulla questione: si tratta di attività tuttora in corso e ci vorranno ancora alcuni giorni prima che vengano reso noti tutti i particolari.
Inutile dire che in queste ore s’è alzato un certo rumore in molti ambienti della rete italiana per l’ennesimo giro di vite contro un sistema di condivisione: utilizzato perlopiù da utenti Fastweb dotati di client Direct Connect , il network di Freeazzurra è piuttosto popolare, come testimoniano i diversi forum online che, soprattutto negli ultimi due anni, vi hanno fatto riferimento.
Come accade con quasi tutti i servizi legati a Direct Connect, per partecipare alla rete di scambio file è necessario porre in condivisione una certa quantità di materiali, ma il problema riscontrato dalle Fiamme Gialle potrebbe riguardare, e non ci sono certezze, non solo e non tanto la quantità quanto invece la tipologia del materiale che alcuni dei partecipanti della rete scambiavano tra di loro.
Sebbene sia per ora impossibile ricostruire l’intera vicenda e comprendere a quali utenti verrà contestato che cosa, o in che modo potrebbero essere coinvolti webmaster e amministratori delle comunità coinvolte, è certo che la polizia giudiziaria lavora su pesanti ipotesi di reato a carico del sito sequestrato. Stando proprio alla nota pubblicata su Freeazzurra.com, infatti, parrebbe che si ipotizzi non solo un reato continuato costituito dalla diffusione di materiali protetti per trarne profitto, ma anche che ciò sia avvenuto come associazione a delinquere e con la finalità di procurare un danno patrimoniale.
Si tratta evidentemente di ipotesi di reato che la polizia giudiziaria al termine di questa prima fase di indagini porterà all’attenzione della magistratura: sarà questa a dover poi decidere quali di queste contestazioni rubricare, ossia trasformare in procedimenti giudiziari veri e propri.
Non è certo la prima volta che un sistema di file sharing utilizzato da molti utenti Fastweb viene preso di mira. Il caso che maggiormente fece discutere fu quello della chiusura di Cucciolandia nello scorso giugno, un caso che riaprì il dibattito sull’attuale legislazione italiana in materia.