Roma – Si è registrato qualche giorno di buriana nella comunità italiana degli utenti eMule, dopo che è iniziata a circolare una voce secondo cui le porte abitualmente utilizzate dagli utenti del celebre sistema di sharing sarebbero divenute sostanzialmente inaccessibili agli abbonati ai servizi Alice ADSL di Telecom Italia.
Dopo quanto accaduto con Libero , la sensibilità degli utenti italiani sulla possibilità che il traffico internet dedicato al P2P possa essere soggetto a qualche forma di filtraggio è al massimo grado , e polemiche che appaiono in rete investono quotidianamente diversi gestori.
Sulla questione sono pervenute in questi giorni diverse email in redazione, se ne parla nei forum di PI e altre segnalazioni sono state riportate anche dalla comunità di Emule.it . Questa, proprio ieri ha pubblicato una nota in cui si afferma che “le porte 4662 e 4672, utilizzate da eMule per ricevere le comunicazioni dall’esterno” sarebbero state bloccate, “rendendo così difficile il funzionamento del sistema: i server accettano pochi id bassi (perché per ognuno devono spendere poche risorse) e kad fatica a trovare un “compagno” per funzionare (cioè qualcuno tramite cui fare ponte in caso di id basso). In pratica è come se gli utenti fossero dietro un router senza aver configurato le porte”.
Quanto avvenuto ricorda però più un problema tecnico temporaneo e limitato ad una parte dell’utenza che una nuova politica di filtri. Tanto più che Telecom Italia, interpellata da Punto Informatico, ha spiegato nel dettaglio che non esiste alcuna policy che possa prevedere un blocco di questo tipo e che quindi nessuna porta viene bloccata né il traffico filtrato in altro modo. Viste le segnalazioni, l’azienda ha confermato di essersi già attivata nell’indagare le problematiche di tipo tecnico con cui possono essersi scontrati un certo numero di utenti Alice.
Al di là del caso specifico, invece, in rete si continua a dibattere sulla possibilità che il futuro riservi una decisa manipolazione del traffico da parte degli operatori che possa penalizzare il P2P a favore di altre applicazioni di rete, come il VoIP. Una eventualità che, se si affermassero queste procedure, secondo qualcuno potrebbe violare le direttive europee che promuovono l’interoperabilità delle reti. Un argomento sul quale si sta dibattendo proprio in queste ore sulla mailing list Discussioni .