Ballmer: Linux è un cancro

Ballmer: Linux è un cancro

Così si è espresso Steve Ballmer, CEO di Microsoft, nel commentare la competizione dei prodotti proprietari con Linux e il software open source. Al centro del mirino nuovamente la licenza GPL e la sua incompatibilità con il business
Così si è espresso Steve Ballmer, CEO di Microsoft, nel commentare la competizione dei prodotti proprietari con Linux e il software open source. Al centro del mirino nuovamente la licenza GPL e la sua incompatibilità con il business


Chicago (USA) – Il software open source continua ad essere il bersaglio prediletto di Microsoft. Negli scorsi mesi si sono succedute dichiarazioni e commenti sempre più pepati da parte di dirigenti del big di Redmond, fra cui si ricorderanno quelli di Miller , Allchin e, più recentemente, Mundie .

Questa volta è il boss Steve Ballmer, CEO di Microsoft, a scoccare frecciate in occasione del lancio di Office XP, a Chicago. In un’intervista al Chicago Sun Times Ballmer ha definito Linux un cancro, una dichiarazione che fa seguito a quella espressa un paio di mesi fa, quando sostenne invece che Linux era solo “un giocattolo” .

“Linux è un cancro che si attacca, nel senso della proprietà intellettuale, a tutto ciò che tocca” ha commentato Ballmer al noto quotidiano di Chicago, sostenendo poi che “questo è il modo con cui la licenza (GPL, NdR) opera”.

Ballmer batte su un ferro ancora caldo e tira in ballo la licenza GPL, riaccendendo così la miccia di quella diatriba che aveva accompagnato, proprio poche settimane fa, le accuse lanciate a questa licenza da Craig Mundie , vice presidente e stratega di Microsoft.

Ballmer, che all’inizio dell’anno definì Linux “una minaccia per Microsoft” , sostiene che la lotta con il software open source “ci sprona ad essere competitivi, a giustificare i prezzi ed il valore che noi offriamo”.

Il CEO di Microsoft sembra considerare la concorrenza proveniente dall’open source “salutare”, basta che questa non vada a pesare nelle faccende governative: “La sola cosa in cui vediamo un problema è quando il governo finanzia lavori open source”, ha dichiarato Ballmer. “I fondi governativi dovrebbero andare a lavori disponibili per tutti. L’open source non è disponibile alle aziende commerciali. Secondo il modo con cui è scritta questa licenza se tu usi qualsiasi software open source, devi rilasciare il resto del tuo software come open source. Se il governo vuole rendere qualcosa di pubblico dominio, può farlo, (ma) Linux non è di pubblico dominio”.

Si noti come Ballmer non citi mai espressamente la licenza GPL ma, parlando genericamente di “open source”, si riferisca ad essa in modo implicito, quasi identificando il free software, a cui la licenza GPL appartiene, con tutto il più vasto e variegato movimento open source (costituito da decine di licenze fra loro differenti e più o meno aperte).


Microsoft sa bene che prendendo di mira la licenza GPL va a colpire l’anello più debole dell’intero movimento open source: è questa una licenza che, su stessa ammissione del noto sviluppatore e scrittore Eric S. Raymond , crea molte controversie persino all’interno della stessa comunità open source (si veda ad esempio l’ opinione del CEO di Caldera ).

Nelle scorse settimane l’ accusa lanciata da Mundie alla licenza GPL , e ripresa qui da Ballmer con il concetto di “cancro”, era stata seccamente respinta da molti esponenti del movimento del free software, fra cui lo stesso Reymond , Torvalds , Richard Stallman e, qui in Italia, dalla lettera di Michel Morelli e Roberto A. Foglietta pubblicata da Punto Informatico.

Proprio in questa lettera si legge che “la GPL quindi non costituisce un pericolo per la proprietà, alla stregua della pirateria, come afferma il Sig. Mundie, perché essa stessa è una proprietà, cioè un copyright. In gergo viene detta copyleft perché sancisce dei diritti invece di sancire dei privilegi”.

Come si ricorderà, Torvalds, il padre di Linux, aveva ribattuto alle dichiarazioni di Mundie sostenendo come l’open source vada considerato parte di quella tradizione di condivisione delle informazioni e di libertà intellettuale che appartiene all’Occidente “fin dal tempo dei greci”.

“Bill Gates considera scontato che Microsoft possieda tutta l’infrastruttura realizzata fino ad oggi e sulla quale Microsoft è basata”, aveva dichiarato Torvalds. “Ma la tradizione della scienza aperta ha fatto più per costruire l’economia moderna di quanto Microsoft mai farà”.

Parole durissime sono arrivate nelle scorse settimane anche dalla Software & Information Industry Association (SIIA) il cui presidente, Ken Wasch, aveva accusato Microsoft di attuare una “strategia di guerra” mirata a “terrorizzare le aziende che stanno progettando una migrazione al modello open source”.

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Pubblicato il 4 giu 2001
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