Roma – Sono più di 50 i progetti già avviati dalle pubbliche amministrazioni italiane per avvicinare i cittadini e offrire loro nuovi strumenti di partcipazione al processo decisionale degli enti locali. Questo il senso di una nota diffusa dal CNIPA in cui si afferma che l’ e-Democracy sta diventando una realtà anche in Italia.
L’obiettivo, quello di dar vita ad una nuova forma di partecipazione sfruttando le nuove tecnologie, è al centro di un totale di 57 progetti che enti locali di tutta Italia hanno presentato al CNIPA e per i quali hanno ricevuto una quota dei finanziamenti previsti (9,5 mln di euro) a cui aggiungeranno del loro, portando l’investimento complessivo a 41 milioni di euro .
L’e-Democracy è una delle pietre fondanti di quella che viene considerata la seconda fase dell’e-Government e, per dirla con Livio Zoffoli, presidente del CNIPA, “l’e-Democracy rappresenta una linea di azione con una forte propensione sperimentale, con un’azione caratterizzata da una elevata innovatività e originalità, sia in termini di contenuti che di approccio alle nuove tecnologie, con l’obiettivo di favorire ed incentivare dinamiche di adozione e sperimentazione da parte delle Regioni e delle amministrazioni locali”.
I settori nei quali si muovono questi primi progetti riguardano ambiente, territorio, urbanistica, fisco, sanità e interventi sociali . “Fra gli enti finanziati – continua Zoffoli – la parte del leone l’hanno fatto i Comuni con meno di 5 mila abitanti, che rappresentano metà degli enti ammessi al finanziamento”.
Ma non si tratta di progetti a compartimenti stagni, tanto che la stragrande maggioranza (85 per cento) coinvolge associazioni e altre organizzazioni dei cittadini : nel complesso sono 450 le associazioni di categoria, onlus, ong o circoli a partecipare ai progetti. L’idea di fondo, nelle parole di Zoffoli, è migliorare “l’efficacia, l’efficienza e la condivisione con tutti gli attori coinvolti” dei processi di decisione pubblica: condividere insomma la conoscenza e lo studio dei problemi e pervenire a soluzioni che siano frutto di riflessioni condivise, o comunque di dibattito aperto e condiviso.
Nella graduatoria i primi classificati tra le 57 amministrazioni locali e regionali in gara sono stati i progetti presentati dai Comuni di Mantova (“e21 per lo sviluppo della cittadinanza digitale in Agenda 21”) e di Roma (“Cittadini in Rete di Comunità Locali” e “edem 1.0”), dalla Regione Lombardia (“Partecipazione allargata al processo decisionale del Consiglio Regionale della Lombardia”) e dalla Provincia di Cosenza (“Voci del cittadino in chiaro”).