Paul Allen vuole due Microsoft

Paul Allen vuole due Microsoft

Il co-fondatore pensa che le attività consumer siano un freno al business enterprise. E un'azienda dovrebbe sempre pensare a come massimizzare i profitti e soddisfare gli azionisti
Il co-fondatore pensa che le attività consumer siano un freno al business enterprise. E un'azienda dovrebbe sempre pensare a come massimizzare i profitti e soddisfare gli azionisti

Paul Allen, colui che fondò assieme a Bill Gates Microsoft e che detiene ancora una importante quota del pacchetto azionario, guarda con interesse ai cambiamenti promessi da Steve Ballmer e culminati con l’avvio della ricerca di un nuovo CEO: secondo Allen, o per meglio dire secondo quanto riferito dal responsabile del fondo di investimento che amministra le sue fortune, la Microsoft così come è concepita oggi non ha più ragione di esistere . E, dunque, dovrebbe cambiare: chiudendo alcune divisioni o scorporandole.

“Il business del search e anche Xbox, che pure è stato un prodotto di enorme successo, sono un peso ( per il successo della divisione enterprise, ndr )” ha detto Paul Ghaffari, responsabile della gestione del patrimonio miliardario di Paul Allen: “Vorremmo che si concentrassero sulle loro migliori capacità. Il mio punto di vista è che alcune parti delle operazioni dovrebbero essere scorporate, o cedute, per focalizzarsi sulle attività enterprise e sul cloud”. In altre parole , poiché la parte più remunerativa del fatturato viene da attività che nulla hanno a che vedere con il mercato consumer , a Redmond dovrebbero avere il coraggio di fare scelte di rottura.

Una direzione diversa da quella intrapresa nell’attuale ristrutturazione voluta da Ballmer: in questo momento Microsoft si divide tra consumer ed enterprise, e sta pianificando di proporre a una clientela molto variegata la sua gamma di prodotti e servizi. Secondo Ghaffari, che ha detto chiaramente di condividere questa visione con Allen, sarebbe meglio separare nettamente le due linee di business: visto il peso sul pacchetto azionario del co-fondatore, la sua opinione sarà senz’altro tenuta in considerazione . Ma questa decisione toccherà al prossimo CEO, che sarà nominato entro la fine dell’anno, e che dovrà decidere come trasformare BigM per affrontare le sfide dei prossimi anni. ( L.A. )

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Pubblicato il
5 nov 2013
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