MagicSun, la Cyber Piotta

MagicSun, la Cyber Piotta

di L. Schiavoni. Cento lire al giorno per visualizzare banner. Ma per poter spendere i soldi guadagnati toccherà aspettare più di un anno, quando le lire saranno già fuori corso. Ulalà
di L. Schiavoni. Cento lire al giorno per visualizzare banner. Ma per poter spendere i soldi guadagnati toccherà aspettare più di un anno, quando le lire saranno già fuori corso. Ulalà


Roma – Che fine ha fatto ErPiotta, il rapper supercafone? Sinceramente non lo so, ma sul Web da pochi giorni è tornata in servizio a pieno regime MagicSun, una delle poche aziende italiane “sparabanner”.

Qual è il nesso? Nel gergo romanesco la “piotta” equivale a cento lire ed è questo, al momento, il massimo guadagno giornaliero che può essere ottenuto visualizzando i banner tramite il software disponibile sul sito Magicsun.it ed è quindi probabile che l’appellativo “CyberPiotta” diventerà il modo più comune per chiamare quella che doveva essere una promessa di rinascita del “pay-to-surf” italiano. Un “modello di business” che, al momento, si è rivelata una grande delusione soprattutto per i molti che, avendo maturato alcuni crediti nel primo periodo di attività di MagicSun prima della sospensione, quasi un anno fa, hanno aspettato mesi e mesi in attesa di un piatto più sostanzioso che una manciata di spiccioli.

I conti son presto fatti; per raggiungere le cinquantamilalire di credito (cifra minima da raggiungere per poter chiedere di essere pagati) sono necessari 500 giorni di cliccate. Nel frattempo, a marzo 2002, la lira andrà fuori corso per cedere il passo all’Euro e chissà cos’altro succederà sul Web e fuori…

Ben altre erano state le promesse e le cifre ipotizzate da MagicSun nel corso di un intervista a Punto Informatico ai primi dello scorso ottobre: a proposito del rischio “cheaters” (ovvero l’utilizzo improprio di uno sparabanner”) MagicSun rilasciava dichiarazioni come: “Non è meglio per tutti ricevere sempre 100.000 lire ogni due mesi piuttosto che rischiare di non essere pagati o di avere l’account eliminato?”

Per il momento, se la matematica non è una opinione, per mettere insieme le centomila lire occorrono mille giorni di cliccate, tre anni circa, e non due mesi. Tuttavia le cose sono destinate a cambiare in meglio, si spera.

MagicSun infatti avvisa i propri iscritti che il tempo di utilizzazione del servizio (oggi solo 10 minuti al giorno, pari a cento lire appunto) e quindi la quantità di banner pubblicitari visualizzabili quotidianamente da ogni iscritto variano a seconda degli spazi pubblicitari effettivamente venduti agli inserzionisti.

Con questo sistema evidentemente l’azienda vuol tener lontano il rischio che ha portato alla “caduta” di Payland ad esempio (che non paga più una lira ed offre solo sconti, e che non mostra ormai quasi nessuna pubblicità pagante) o di tanti servizi analoghi d’oltreoceano passati a miglior vita.

Che sia questa la via per rianimare il moribondo “pay-to-surf”? D’altronde anche Paperon de Paperoni cominciò con un nichelino ad accumulare la sua fortuna… sul Web italiano forse si comincia con “la Cyber Piotta”.

Luca Schiavoni

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Pubblicato il
6 apr 2001
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