Pedoporno, i numeri italiani

Pedoporno, i numeri italiani

Alla Conferenza di Palermo la Polizia Postale illustra i risultati di cinque anni di lotta alla diffusione della pornografia infantile in rete
Alla Conferenza di Palermo la Polizia Postale illustra i risultati di cinque anni di lotta alla diffusione della pornografia infantile in rete


Palermo – Nei primi nove mesi del 2002 la Polizia Postale italiana ha effettuato il monitoraggio di oltre 27.300 siti internet, un’azione che ha portato all’arresto di 18 persone indagate per attività illecite legate alla pedopornografia e individuate con 484 perquisizioni. Sono anche stati denunciati 439 altri individui e segnalati alle polizie internazionali 1.149 persone.

Sono questi alcuni dei numeri che in questi giorni la Polizia Postale ha presentato alla Conferenza internazionale sul Cybercrime che si è tenuta a Palermo . Numeri che indicano in questi mesi una ulteriore accelerazione delle attività di indagine contro la pedopornografia in rete. Si consideri infatti che negli ultimi cinque anni sono stati effettuati 85 arresti, 1.508 denunce, 4.283 segnalazioni internazionali, 989 perquisizioni con il monitoraggio di 56 mila siti internet.

Altri reati su cui quotidianamente indaga la Polizia Postale, è stato detto, sono le truffe condotte via internet e le molestie. Il tutto avviene contestualmente al tentativo di ricostruire i percorsi in rete delle attività di riciclaggio di denaro sporco da parte delle organizzazioni malavitose, operazioni con cui queste reti criminali riescono ad “autofinanziarsi”.

Alla Conferenza in questi giorni sembra emergere con sempre maggiore forza negli interventi dei relatori, tra cui criminologi internazionali, l’esigenza di una infrastruttura normativa sovranazionale, “uno spazio giuridico mondiale”, ma soprattutto di nuove forme di coordinamento tra le varie organizzazioni che si occupano nel mondo della repressioni dei crimini condotti attraverso mezzi informatici.

L’appello ad un più facile accesso dei dati che passano in rete e ad una più lunga conservazione delle “tracce digitali” lasciate dagli utenti internet è stato ripetuto più volte come esigenza di sicurezza che dovrebbe superare le perplessità che queste misure suscitano in materia di privacy.

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Pubblicato il
7 ott 2002
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