Roma – Il brevetto che ha spaventato molti, che ha creato non pochi problemi a Microsoft e che è stato oggetto di un importante intervento del padre del web Tim Berners-Lee sarà ufficialmente e formalmente rivisto dall’Ufficio dei brevetti americani che lo ha garantito.
Il brevetto è quello di Eolas, azienda che rivendica la paternità su alcune tecnologie base del web, come quelle alla base di plugin e applet, brevetto che secondo Berners-Lee mette in discussione lo sviluppo del web. Berners-Lee, che è anche il responsabile del World Wide Web Consortium , ha chiesto all’Ufficio americano di rivedere il brevetto presentando, tra l’altro, prove che prima dell’assegnazione del brevetto Eolas quelle tecnologie erano già state utilizzate, un elemento che a suo dire dovrebbe inficiare la validità del brevetto Eolas.
Per ora l’Ufficio brevetti si è limitato a prendere atto del ricorso, che ritiene meritevole di considerazione, ma la stessa Eolas è scesa in campo ricordando come le prove presentate da Berners-Lee erano già state valutate nel corso della causa che su questo fronte ha opposto Eolas a Microsoft. Come si ricorderà, quel processo si è concluso con l’obbligo per Microsoft di pagare 521 milioni di dollari per l’uso di quelle tecnologie nel browser più diffuso, Internet Explorer.
E’ certo presto per determinare chi la spunterà ma è anche certo che, per la prima volta da molto tempo, Eolas sente vacillare l’unico elemento sul quale basa la propria attività: la rivendicazione di quel brevetto. Non è peraltro da sottovalutare l’effetto positivo che la vicenda, se si risolvesse a sfavore di Eolas, potrebbe avere in generale sul sistema dei brevetti americano , un sistema molto criticato e messo in discussione di recente dalla Commissione federale sul commercio.