Roma – Ancora una volta la Cina ha scelto una strada alternativa a quella percorsa dagli altri paesi, e dall’Occidente in primis, adottando un nuovo standard per le reti locali wireless (WLAN) incompatibile con Wi-Fi.
Il neo standard, chiamato GB15629.11-2003, è quasi identico a Wi-Fi tranne per un componente cruciale: il protocollo di cifratura . Mentre lo standard 802.11 utilizza la tecnologia di sicurezza Wired Equivalent Privacy (WEP), la controparte cinese adotta la tecnologia WLAN Authentication and Privacy Infrastructure (WAPI): questo è sufficiente per rendere i prodotti basati sui due standard incapaci di interoperare.
Il Governo di Pechino ha annunciato che tutti i dispositivi WLAN che varcano i confini cinesi dopo il primo giugno del 2004 dovranno essere conformi al nuovo standard . Dato che la tecnologia WAPI è però considerata un segreto di stato, l’accesso alle sue specifiche è consentito unicamente a 11 imprese locali: questo significa che i produttori stranieri che nei prossimi sei mesi vorranno continuare a vendere apparati di rete wireless in Cina dovranno necessariamente collaborare con una di queste aziende.
L’imposizione annunciata dal Governo cinese ha sollevato, come prevedibile, le proteste della Wi-Fi Alliance , il gruppo industriale che promuove gli standard 802.11 dell’IEEE. L’associazione ritiene che la strada intrapresa dalla Cina rischi di fratturare il mercato e di minare gli sforzi fatti dall’industria per rendere Wi-Fi uno standard globale.
Dal canto suo la Cina giustifica la sua scelta con la necessità di ovviare alle carenze del protocollo WEP e rendere le reti wireless più sicure. Ma le motivazioni, secondo alcuni osservatori, hanno soprattutto una origine di natura politica ed economica : ad esempio il desiderio di garantire uno spazio di crescita protetta alle aziende hi-tech cinesi o di mettere in una posizione privilegiata le 11 società locali.
Il presidente della Wi-Fi Alliance, Dennis Eaton, ha affermato che le aziende e il Governo Usa sono molto preoccupati delle conseguenze che la decisione potrà avere sul mercato, per questo motivo hanno aperto un dialogo con le autorità di Pechino per vagliare eventuali soluzioni alternative. Dalla Cina non sono tuttavia arrivati, almeno fino a questo momento, segnali di distensione.
“Riconosciamo che la sicurezza di 802.11 non è ottimale e proprio per questo stiamo lavorando per migliorarla in seno al progetto 802.11i”, ha scritto in una lettera inviata al ministro cinese delle telecomunicazioni da Paul Nikolich, chairman dell’IEEE 802 Local and Metropolitan Area Network Standards Committee,
Nikolich ha anche invitato il Governo cinese a partecipare in modo più attivo all’IEEE e allo sviluppo dei futuri standard wireless.