Roma – Vista da qui può sembrare poca cosa ma è, invece, l’esatto contrario: le autorità iraniane hanno infatti autorizzato una società privata, per la prima volta nella storia del paese, a mettere in piedi e fornire accesso ad Internet ad alta velocità.
Le tecnologie broad band saranno offerte alla società iraniana dal provider Parsonline che, pur dovendo continuare ad appoggiarsi alla società telefonica di stato, considera tutto questo come un primo passo verso la privatizzazione del settore delle telecomunicazioni. “Il contratto – ha spiegato ai reporter il dirigente dell’ISP iraniano Majid Emami – ci consente di installare in un anno almeno 20mila punti di accesso e fornire accesso in cinque province e in un complesso di circa 20 città”.
Per capire l’estensione possibile dei primi servizi broad band in Iran, Parsonline ha messo a punto una mappa dell’ADSL che sarà attivato via via nelle diverse regioni del paese.
Il passaggio alla banda larga, dunque, sarà inizialmente indirizzato a quelle organizzazioni ed enti che se lo possono permettere e che dal broad band possono trarre il massimo dei benefici. In particolare, dunque, i primi clienti di Parsonline saranno con ogni probabilità le imprese , le banche e certe amministrazioni locali .
Tutto questo induce naturalmente all’ottimismo per il futuro della rete in Iran e, dunque, per lo sviluppo del paese. Ma non è certo ancora sufficiente a cancellare i danni causati dalla mano dura della Repubblica islamica sull’uso libero dell’accesso ad Internet. In Iran, come in Pakistan o in Arabia Saudita , l’informazione scomoda viene censurata senza mezzi termini. Non c’è dunque dubbio che anche l’ADSL di Parsonline e il suo utilizzo saranno tenuti sotto stretta sorveglianza dalle autorità iraniane.
Sull’argomento vedi anche:
Teheran: no a Rete e Satellite
Iran, 70 arrestati tra web e sesso