Roma – Si è saputo nelle scorse ore che un tribunale danese ha condannato al pagamento di 400mila corone danesi, pari a circa 50mila euro, uno spammer industriale, cioè un’azienda che è stata riconosciuta colpevole di essere ricorsa alla posta-immondizia pur di pubblicizzare i propri servizi.
A finire nei guai è stata nelle scorse settimane la società Aircom Erhverv, che produce sistemi di telecomunicazione e che ha ritenuto di poter ricorrere a poco più di 1.500 email non richieste per tentare di promuovere la propria attività.
A segnalare il caso è stata l’Agenzia nazionale dei consumatori danese che ha denunciato lo spam, illegale secondo le leggi del paese. “Siamo molto soddisfatti della sentenza – ha spiegato il legale dell’Agenzia – e riteniamo che possa avere un effetto preventivo sulla pratica dell’invio di email non richieste tanto presso i consumatori che presso le aziende”.
Va detto che è la prima volta che una sentenza del genere commina una sanzione così pesante in Danimarca ed è dunque destinata a “fare giurisprudenza”. Di interesse anche il fatto che i giudici abbiano sottolineato come le leggi danesi che tutelano cittadini e imprese contro abusi di questo tipo possano essere utilizzate anche per perseguire spammer che si trovino all’estero.
In Danimarca le normative attuali, che sono integrate dal recepimento già avvenuto della direttiva europea sulla privacy e le comunicazioni elettroniche, prevedono che uno spammer possa essere multato fino a 1.200 euro per ogni email non richiesta.