Anche Parigi contro il P2P

Anche Parigi contro il P2P

Si muove anche la Francia sebbene, per il momento, si tratti più che altro di parole. Ma arrivano dal Governo. Lo stesso che appoggia una proposta di legge per il monitoraggio continuo della rete da parte dei provider
Si muove anche la Francia sebbene, per il momento, si tratti più che altro di parole. Ma arrivano dal Governo. Lo stesso che appoggia una proposta di legge per il monitoraggio continuo della rete da parte dei provider


Parigi – “A mio parere non c’è alcuna differenza tra un furto e la pirateria via internet, e la posizione del governo in materia non è ambigua”. Queste le parole del ministro francese della Cultura, Jean-Jacques Aillagon, che ha ripreso nelle scorse ore un tema di cui anche in Francia si dibatte da un certo tempo, cioè la possibilità di denunciare direttamente gli utenti delle piattaforme peer-to-peer per la condivisione e il download di materiali protetti da diritto d’autore.

Sebbene Aillagon non abbia menzionato direttamente il P2P, tuttavia ha preannunciato l’imminente arrivo di nuove normative più rigide contro l’abuso di internet per la duplicazione illegale di brani musicali, film o software.

Ancora presto, dunque, per capire quali saranno le mosse del governo transalpino anche a fronte delle dichiarazioni delle major che pure in Francia hanno ventilato il possibile ricorso alle denunce contro gli utenti sul modello di quanto avvenuto negli USA . Una questione bollente di cui si parla anche in Italia.

Va detto che il Governo francese appoggia una proposta di normativa che, sebbene non legata direttamente al P2P, potrebbe rivelarsi utile per “stringere” su certi usi della rete. Si tratta della legge di ratifica della Direttiva europea sul commercio elettronico e di quella sulla Privacy.

L’idea di fondo del progetto, che ha già riscosso il favore di una parte del parlamento francese, è quello di obbligare i provider a monitorare le attività web dei propri utenti, una misura che è peraltro espressamente esclusa proprio dalle direttive europee. Agli ISP verrebbe anche richiesto di filtrare tutta una serie di materiali su richiesta della magistratura e di “agire con tempestività” ogni qual volta si verifichino episodi di pirateria. In più l’email secondo la proposta di normativa non sarà più considerata “corrispondenza privata”.

Inutile dire che la legge ha sollevato già enorme attenzione e l’opposizione di associazioni, sindacati di categoria e provider. Una petizione è già partita. Ma si teme che l’urgenza dell’anti-terrorismo associata alle necessità dell’anti-pirateria possa far passare questi principi quando, a metà febbraio, il Senato francese riprenderà l’esame del testo.

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Pubblicato il
27 gen 2004
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