Roma – Ci hanno ripensato. Dopo alcune settimane di fuoco incrociato di organizzazioni internazionali, associazioni per i diritti civili e umani, dopo le aspre critiche apparse sulla stampa mondiale, le autorità cubane hanno, almeno per ora, ceduto . Una retromarcia sulla censura di Internet del tutto inconsueta per il regime castrista.
L’Avana ha affidato la notizia-bomba ad una nota passata quasi sotto silenzio trasmessa dalla Società telefonica di Stato, ETECSA, l’unica autorizzata ad operare nel paese, che ha specificato come il progetto pensato per limitare l’accesso alla rete da parte dei cubani è stato “rimandato a data da destinarsi”. Sebbene sia una formula che alimenta una certa incertezza, si tratta anche di una formula già utilizzata in passato per evitare l’ammissione che si tratti davvero di un ripensamento.
Mentre scriviamo, alcuni dei critici più scandalizzati dalla decisione che sembrava irrevocabile, come Amnesty International , devono ancora commentare la nota ETECSA.
Come si ricorderà, ai primi di gennaio il regime castrista ha annunciato forti limitazioni all’uso di Internet per quei cubani che acquistano accessi in valuta locale, accessi spesso comprati al mercato nero e che consentono di venire in contatto con materiali non graditi a L’Avana.
La posizione ufficiale di Cuba, peraltro, rimane quella secondo cui, avendo poca banda a disposizione, l’isola non possa permettersi un alto volume di utenti, una tesi che non ha mai convinto al di fuori dei palazzi di Fidel Castro.